Vaccino Covid, Locatelli a Sky TG24: "Ipotesi terza dose dopo 5 mesi"

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Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha osservato che un modo per contenere ulteriormente il contagio "potrebbe essere quella di ridurre l'intervallo tra il compimento del ciclo vaccinale primario e la dose booster". Sull'immunizzazione dei bambini: "Il profilo di sicurezza di vaccini a mRna è assolutamente rassicurante"

Una delle ipotesi per contenere ulteriormente i contagi Covid e accelerare sulla terza dose "potrebbe essere quella di ridurre l'intervallo tra il compimento del ciclo vaccinale primario e la dose booster da sei a cinque mesi". A dirlo è il coordinatore del Cts Franco Locatelli, ospite a e-Venti su SkyTG24, sottolineando comunque che l'Italia "mantiene una delle situazioni più favorevoli in tutta Europa". I dati, ha aggiunto, "destano attenzione e vanno valutati con tutta la cautela del caso, ma non c'è preoccupazione estrema. È un momento in cui va posta la massima attenzione e ognuno di noi deve fare la propria parte" (COVID: AGGIORNAMENTI - SPECIALE). Poi sull'obbligo vaccinale annunciato dall'Austria a partire da febbraio: “È l’opzione estrema, si connota per massimo impatto squisitamente sanitario. Ha anche delle altre valenze che non possono essere sottovalutate e per questo è un’opzione estrema”.

“Le restrizioni limitate ai non vaccinati sono un’opzione”

“La situazione del Friuli Venezia Giulia è una di quelle che preoccupano perché di fatto siamo quasi a 290 casi su 100mila abitanti, con un’incidenza marcatamente più alta di quella osservata a livello nazionale - ha proseguito Locatelli - Poi c’è la provincia autonoma di Bolzano che è addirittura sopra i 400 e lo stesso Veneto è a 160 casi. Non a caso queste, insieme alle Marche, sono le Regioni che vengono riportate in rosso mentre il resto del Paese è riportato in giallo”. “Per quanto riguarda le misure – ha proseguito - noi abbiamo ancora un vantaggio rispetto agli altri Paesi, se i numeri dovessero peggiorare, esistono tutta una serie di opzioni da mettere in atto per mantenere questo tipo di vantaggio. Ed è chiaro che sono scelte che vanno fatte in maniera oculata, appartengono alla politica, gli organismi tecnici possono dare un supporto. Ad esempio le restrizioni limitate ai non vaccinati sono un’opzione, un’altra potrebbe essere quella di abbassare l’intervallo della terza dose dai sei mesi attuali ai cinque mesi proprio perché abbiamo evidenze da Israele che al dose booster ha contribuito a rafforzare la protezione rispetto alla malattia grave o addirittura fatale ma anche ridurre marcatamente la circolazione virale attraverso un’immunità sterilizzante”.

"Considerare l'obbligo per alcune categorie"

Alla domanda sull'obbligo del vaccino anti Covid, Locatelli ha detto che "si possono considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, a esempio forze dell'ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie connotate da un'alta percentuale di vaccinazione". Il coordinatore del Cts ha poi sottolineato che l'idea di estenderlo a tutti è "un'opzione estrema".

"C'è stata un'accelerazione sulle dosi booster"

"Abbiamo somministrato la dose booster a 3,7 milioni di persone e negli ultimi giorni c’è stata una chiara accelerazione - ha proseguito Locatelli - È chiaro che dobbiamo insistere su questi due canali fondamentali: somministrare la dose booster a chi è a maggior rischio di sviluppare una patologia grave e completare il ciclo di vaccinazione primaria". Poi ha aggiunto: "3,7 milioni di persone è anche il numero di persone fra i 20 e i 59 anni che non si è ancora vaccinato. Rivolgo l’ennesimo appello perché si vaccinino. "Oggi - ha aggiunto - il presidente Mattarella ha fatto una riflessione attenta e densa di significato. Ricordiamoci che avere gli ospedali occupati e i servizi sanitari occupati nella gestione di malati di Covid significa rinunciare a una serie di screening".

Massimiliano Fedriga, presidente Regione Friuli Venezia Giulia, durante il convegno organizzato da Luiss Business School dal titolo 'Investire Accelerare Crescere. Un piano straordinario per il digitale', Roma 16 luglio 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

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“Il termine della protezione vaccinale non ha una data”

“Il declino della protezione (del vaccino, ndr) dal rischio di contagio ha una sorta di continuum - ha precisato Locatelli - non ha una data rispetto alla quale scatta un abbassamento. Nei soggetti anziani la funzionalità del sistema immunitario è meno brillante dei soggetti più giovani. Ma voglio ricordare che purtroppo nel Paese ci sono quasi 1,5 milioni di ultrasessantenni che non hanno ancora ricevuto il ciclo vaccinale primario completo”.

"Vaccini ai bambini con ok dell'Ema-Aifa"

“I vaccini per i bambini partiranno dopo autorizzazioni di Ema e Aifa - ha spiegato poi LOcatelli - Ripeto che i bambini vanno vaccinati per proteggere i bambini da forme gravi o prolungate di Covid 19, rare ma presenti. Vanno vaccinati per garantire loro la frequenza scolastica in continuità e per tutelare i loro spazi sociali". "L’incremento maggiore dei contagi nella fascia pediatrica lo si è visto proprio nella fascia 6-11 anni - ha aggiunto - che è quella nella quale non si è ancora iniziata la vaccinazione. Un documento del Cdc di questa settimana ha sottolineato il notevole vantaggio delle vaccinazioni anche in questa fascia d’età. Gli studi sono stati condotti su popolazioni ritenute più che congrue dalle agenzie regolatorie e il profilo di sicurezza dei vaccini a Rna è assolutamente rassicurante”. 

Nicola Magrini, Aifa

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