Hiv, genoma scomparso in secondo paziente non in cura

Salute e Benessere

Una nuova ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, indica che il genoma del virus è scomparso del tutto dall’organismo di una paziente di Esperanza (Argentina), come confermato dagli scrupolosi test condotti dagli esperti del Massachusetts General Hospital

Per la seconda volta in assoluto, è stata riscontrata la remissione spontanea dall’Hiv in una paziente sieropositiva non in cura. Nell’organismo della donna in questione, proveniente da Esperanza (Argentina), non c’è più alcuna traccia del genoma del virus. Per esserne sicuri, gli esperti del Massachusetts General Hospital hanno svolto dei test su 1,188 miliardi di cellule del sangue e 503 milioni di cellule mononucleate provenienti dai tessuti della donna. Questo risultato, che si collega al caso della paziente di San Francisco, è stato descritto sulle pagine della rivista Annals of Internal Medicine.

I serbatoi virali dell’Hiv

Quando infetta l’organismo, l’Hiv copia il suo genoma dentro il Dna delle cellule, creando i cosiddetti “serbatoi virali”. Questi ultimi creano di continuo nuovi virus, rendendo difficoltosa la cura della malattia. La terapia antiretrovirale (Art) può prevenire la genesi di nuovi agenti virali, ma non è in grado di eliminare i serbatoi, rendendo così necessari dei trattamenti giornalieri per sopprimere l’Hiv. Tuttavia, esistono alcune persone, chiamate “elite controllers”, dotate di sistemi immunitari capaci di sopprimere in modo autonomo il virus, senza bisogno del “supporto” dei farmaci

 

La cura sterilizzante

Di solito, l’eliminazione dei virus non coincide con quella dei serbatoi, ma nei casi delle pazienti di San Francisco ed Esperanza le cose sono andate in modo diverso. Sembra, infatti, che i loro sistemi immunitari siano stati in grado di mettere in atto la “cura sterilizzante”, ossia la totale eradicazione di tutte le tracce di Hiv dal corpo. Fino a un anno fa sembrava impossibile ottenere un risultato del genere senza ricorrere al trapianto di cellule staminali.

 

Le prospettive future

La nuova ricerca è stata coordinata da Xu Yu, ricercatrice del Massachusetts General Hospital, del Mit e della Harvard Medical School. La donna studia da tempo gli “elite controllers” e i comportamenti dei serbatoi virali. Secondo l’esperta, l’identificazione di due casi di cura sterilizzante spontanea indica che potrebbe essere possibile indurre questo tipo di immunità nei pazienti in trattamento con farmaci antiretrovirali tramite la vaccinazione. L’obiettivo sarebbe quello di educare il sistema immunitario di questi individui a controllare il virus anche senza la somministrazione della terapia.

pfizer-biontech-ansa

approfondimento

Covid, co-fondatori BioNTech: “Con l'Rna batteremo anche tumori e Hiv"

Salute e benessere: Più letti