Covid, vaccini fondamentali ma servono ancora mascherine e distanze: lo studio

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A sottolinearlo è stata una ricerca, condotta in 68 Paesi e in 2.947 contee degli Stati Uniti, che ha visto protagonista un team di studiosi dell'Università di Harvard. Secondo gli esperti i vaccini, pur rappresentando la prima e fondamentale arma di difesa contro il coronavirus, da soli non sono efficaci se non si continuano ad utilizzare le mascherine, il distanziamento sociale e la sanificazione

Nell’ambito del contenimento della pandemia di Covid-19, i vaccini rivestono un ruolo fondamentale e innegabile, soprattutto evitando la malattia nelle sue forme più gravi, mentre la protezione dai contagi tende gradatamente a ridursi e di conseguenza il virus Sars-Cov-2 circola. Proprio per questo motivo, è ancora necessario non abbandonare le misure di protezione, come mascherine, distanziamento e igiene. E’ una delle considerazioni emerse dalla ricerca pubblicata sull'”European Journal of Epidemiology” da un team di studiosi dell'Università di Harvard, coordinato dall'epidemiologo Subu Subramanian.

Un’indagine condotta in 68 Paesi nel mondo

L’indagine è stata condotta in 68 Paesi e in 2.947 contee degli Stati Uniti, sottolineando come non ci sia una correlazione fra l'aumento dei casi di Covid-19 e la percentuale di popolazione vaccinata. Infatti, secondo gli esperti, i primi continuano ad aumentare anche in quelle aree dove sono state vaccinate molte persone perché i vaccini, pur rappresentando la prima e fondamentale arma di difesa contro il coronavirus, da soli non sono efficaci se non si continuano ad utilizzare le mascherine, il distanziamento sociale e la sanificazione degli ambienti. Infatti, i risultati dello studio, come hanno segnalato gli autori, indicano che potrebbe essere necessario rivalutare la strategia che prevede l’uso esclusivo del vaccino anti-Covid per combattere la pandemia. Questo, hanno spiegato, risulta importante soprattutto in virtù del ruolo giocato dalla variante Delta e considerando l'eventuale manifestazione di future e ulteriori varianti. In quest’ottica gli studiosi hanno preso come riferimento i recenti dati pubblicati dal Ministero della Salute di Israele, secondo cui l'efficacia dopo due dosi di vaccino prodotto e sviluppato da Pfizer e BioNTech, contro la prevenzione dell'infezione, risulta pari al 39% a distanza di alcune settimane.

Trovare l'equilibrio della convivenza con il virus

A dare il proprio contributo, analizzando i risultati di questa ricerca, ci ha pensato anche il virologo Francesco Broccolo, esperto dell'Università di Milano Bicocca. Secondo Broccolo, “è necessario fare altri sforzi di prevenzione non farmacologica, che riguardino non solo l'importanza dell'igiene sanitaria pubblica di base, come il mantenimento della distanza sociale o il lavaggio delle mani, ma l'applicazione di nuove tecnologie in materia di purificazione dell'aria, di screening salivare periodico nelle scuole efficaci ed economici”, ha sottolineato. Adesso, ha concluso, “è arrivato il momento di trovare l'equilibrio della convivenza con il virus Sars-Cov-2, nello stesso modo in cui conviviamo da 100 anni con varie alterazioni stagionali del virus dell'influenza del 1918”, ha detto ancora.

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