Diabete di tipo 2, svilupparlo da giovani aumenta il rischio di complicanze

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È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine (Nejm). I risultati ottenuti indicano che oltre la metà delle persone che sviluppa il diabete di tipo 2 da giovane sviluppa problemi ai reni, alla circolazione del sangue o agli occhi negli anni successivi

Chi sviluppa il diabete tipo 2 durante l’infanzia o l’adolescenza corre un maggiore rischio di andare incontro a delle complicanze durante l’età adulta. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine (Nejm). I risultati ottenuti indicano che oltre la metà delle persone che sviluppa il diabete di tipo 2 da giovane sviluppa problemi ai reni, alla circolazione del sangue o agli occhi negli anni successivi. E un terzo di loro ne sviluppa più di una.

I due studi Today

Lo studio osservazionale è il follow up di un’altra ricerca, chiamata Treatment Options for Type 2 Diabetes in Adolescents and Youth (TODAY), che nel 2004 aveva preso in esame giovani tra i 10 e i 17 anni di età che avevano ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2 da meno di due anni. Per valutare l’impatto della patologia sui pazienti i ricercatori hanno condotto, per 10 anni, la valutazione annuale di una serie di complicanze a carico di diversi organi. Al termine del nuovo studio (chiamato Today 2), l’età media dei partecipanti era di 26 anni e il tempo medio dalla diagnosi di diabete era di 13 anni. In questa popolazione l’incidenza dell’ipertensione era del 67,5%, mentre quella della dislipidemia (elevati livelli di grasso nel sangue) era del 51,6%. Inoltre, il 54,8% del campione presentava malattia renale diabetica, il 32,4% problemi neurologici e il 51% malattia della retina. Nel 60% dei partecipanti si è verificata almeno una complicanza e se ne sono sviluppate due nel 28%. 

 

L’aumento della prevalenza del diabete di tipo 2

“Rispetto a quanto si vede negli adulti con diabete di tipo 2, i partecipanti allo studio hanno sviluppato complicazioni molto prima e a un ritmo molto più veloce”, ha spiegato Philip Zeilter, coordinatore dello studio e docente di pediatria-endocrinologia presso l’Università del Colorado. “Questo studio conferma che il diabete di tipo 2 con esordio in età giovanile è una malattia più ‘aggressiva’ e permette anche di affermare che quanto peggiore è il controllo sia della glicemia sia di altri fattori di rischio quali ipertensione e dislipidemia, tanto maggiore è il rischio di complicanze”, ha aggiunto Agostino Consoli, presidente della Società italiana di Diabetologia (Sid). “La prevalenza del diabete di tipo 2 sta aumentando anche tra i giovani e la nostra società si sta arricchendo di individui di etnie diverse, che sono maggiormente a rischio: motivo in più per intensificare lo screening per questa patologia anche nella seconda e terza decade di vita e per implementare, specie nei giovani, protocolli di trattamento affidabili e sicuri.

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