Epilessia, anche i cani non addestrati possono fiutare una crisi

Salute e Benessere

È quanto è emerso nel corso di uno studio condotto dai ricercatori della Queen’s University di Belfast e pubblicato sulla rivista specializzata Animals

Anche i cani da compagnia non addestrati possono identificare l’odore emesso da una persona che sta per avere una crisi epilettica. È quanto è emerso nel corso di uno studio condotto dai ricercatori della Queen’s University di Belfast e pubblicato sulla rivista specializzata Animals. Gli esperti, guidati dal fondatore della Irish Search and Rescue Dog Association Neil Powell, hanno coinvolto 19 cani nella ricerca per valutare la loro capacità di riconoscere un imminente attacco epilettico. Per farlo li hanno esposti al sudore raccolto da alcune persone che stavano per avere, avevano appena avuto o si trovavano nel corso di una crisi epilettica. L’utilizzo di due campioni si sudore non legati all’epilessia ha aiutato a verificare l’accuratezza dei risultati ottenuti.

Le capacità olfattive dei cani

In seguito all’esposizione a odori associati alle crisi convulsive, tutti i cani hanno cambiato atteggiamento, arrivando a guaire, abbaiare o cercare un contatto visivo. Nessuno di loro era mai stato addestrato a riconoscere il biomarcatore olfattivo associato agli attacchi epilettici. Questi risultati indicano che dai cani possono arrivare degli avvertimenti potenzialmente in grado di salvare delle vite. 

Neil Powell, l’autore dello studio, spiega che “i cani da compagnia sono una fonte affidabile per rilevare un potenziale attacco epilettico. Tutti gli animali che abbiamo coinvolto hanno reagito allo stimolo e hanno superato il test di controllo”. Peter Murphy, il Ceo di Epilepsy Ireland, ha specificato che “l’obiettivo finale di questo lavoro è la progettazione di un dispositivo elettronico sensibile al biomarcatore delle crisi epilettiche. Speriamo, inoltre, di riuscire a ideare uno strumento efficace anche per il rilevamento preventivo e tempestivo di altre condizioni cliniche”.

 

I cani che fiutano il coronavirus

Nel corso di un altro studio, svolto alcuni mesi fa nel Regno Unito, è emersa la capacità di alcuni cani altamente addestrati di riconoscere lo specifico odore emesso dalle persone positive al coronavirus Sars-CoV-2. Ciò avviene grazie alla presenza di un particolare muco capace di dissolvere le molecole dell’odore presenti nell’aria e trasportarle ai recettori olfattivi, presenti nella parte superiore del naso dei cani. Le capacità olfattive degli amici a quattro zampe rappresentano dunque una preziosissima risorsa per la scienza e la medicina e in futuro potrebbero portare allo sviluppo di nuove soluzioni all’avanguardia.

Pixabay_cane (2)

approfondimento

Alzheimer, la presenza di un cane può aiutare i malati: lo studio

Salute e benessere: Più letti