Tumore al seno triplo negativo, con immunoterapia meno recidive

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Lo hanno sottolineato i risultati emersi dallo studio di fase 3 “Keynote-522”, presentati di recente nel corso della sessione plenaria della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo)

L'immunoterapia risulta efficace nella forma più aggressiva del tumore della mammella, quella triplo negativa, con un evidente miglioramento della sopravvivenza libera da eventi, qualora sia somministrata in combinazione con la chemioterapia, prima della chirurgia e continuata in monoterapia dopo l'intervento stesso. Lo hanno sottolineato i risultati dello studio di fase 3 chiamato “Keynote-522”, presentati da poco nel corso della sessione plenaria della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo).

I dati emersi dallo studio

Nello specifico, hanno spiegato gli oncologi, i tumori della mammella tripli negativi sono particolarmente ostici e complessi da trattare, dal momento che non presentano nessuno dei recettori utilizzati come bersaglio nelle terapie, sino ad oggi disponibili, per curare quella che gli esperti sottolineano essere la più diffusa neoplasia per quanto riguarda le donne. Lo studio “Keynote-522”, in particolare, ha messo in evidenza, in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo in fase precoce e ad alto rischio, il ruolo di pembrolizumab, una terapia valutata come trattamento neoadiuvante associato alla chemioterapia, continuata in monoterapia e rispetto alla chemioterapia neoadiuvante seguita invece da placebo. In base a quanto emerso, dopo 3 anni, l'84,5% delle pazienti trattate con questo regime immunoterapico era in vita e non ha evidenziato alcun segnale di progressione della malattia tumorale, rispetto al 76,8% che era stata sottoposta a chemioterapia con placebo.

Un trattamento che cambia la pratica clinica nei tumori mammari

“Il pembrolizumab si conferma come trattamento che cambia la pratica clinica nei tumori mammari triplo negativi in setting precoce”, ha segnalato Giuseppe Curigliano, direttore della divisione sviluppo di nuovi farmaci per le terapie innovative presso l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Secondo Peter Schmid, del Centre for Experimental Cancer Medicine, Barts Cancer Institute di Londra e primo autore dello studio, “visti gli elevati tassi di recidiva entro i primi cinque anni dopo la diagnosi, le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo ad alto rischio in stadio precoce necessitano di nuove opzioni di trattamento”, ha evidenziato. Come sottolineato, infine, da Vicki Goodman, di Merck Research Laboratories, i risultati ottenuti “si aggiungono ai dati precedenti dello studio Keynote-522 che già riportava un risultato statisticamente significativo e clinicamente rilevante nelle pazienti con tumore del seno triplo negativo in stadio II e III”.

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