Messo a punto impianto cerebrale che riduce il dolore cronico nei topi

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Sebbene ancora non adatto all'uomo, il dispositivo progettato dai ricercatori dell'Università di New York potrebbe rivelarsi utile in futuro anche contro ansia e stress. Si tratta di un prototipo di interfaccia cervello-macchina, un dispositivo capace di rilevare l'attività cerebrale nell’area della corteccia cingolata anteriore, una regione del cervello significativa per l'elaborazione del dolore

Un piccolissimo dispositivo computerizzato che, impiantato nel cervello dei topi, ha permesso di ridurre il dolore cronico. Lo hanno messo a punto i ricercatori dell'Università di New York, coordinati da Zhe Chen, in un lavoro di ricerca i cui risultati sono stati pubblicati all’interno della rivista scientifica “Nature Biomedical Engineering”.

Come funziona il dispositivo

Non ancora adattato per essere impiantato nell'uomo, secondo gli esperti che hanno lavorato al progetto il dispositivo potrebbe in futuro essere adattato anche per sviluppare impianti cerebrali contro gli attacchi di panico, oppure ancora contro ansia, stress post traumatico e depressione. Si tratta, hanno rivelato gli studiosi americani, di un prototipo di interfaccia cervello-macchina, in sostanza un dispositivo capace di rilevare l'attività cerebrale nell’area della corteccia cingolata anteriore, una regione del cervello significativa per l'elaborazione del dolore. Ma come funziona, esattamente? Quando l’impianto rileva i segnali legati al dolore, il computer attiva la stimolazione terapeutica di un'altra regione del cervello, la corteccia prefrontale, con l’obiettivo di lenirlo.

Un’alternativa alle terapie contro il dolore cronico

In base a quanto sperimentato dagli esperi, dispositivi come questo potrebbero rappresentare, nel futuro, una valida alternativa alle classiche terapie contro il dolore cronico, basate sull'utilizzo di oppioidi che, però, "spesso perdono efficacia nel tempo, man mano che le persone diventano desensibilizzate al trattamento”, come spiegato dal team di Chen. Inoltre, proprio “gli oppioidi attivano i centri di ricompensa del cervello e possono portare a dipendenza”, hanno aggiunto gli esperti. In questo caso, hanno commentato i ricercatori, è stato osservato che “i topi in cui era stato impiantato il dispositivo, ritiravano le zampe il 40% più lentamente per il dolore improvviso quando l'impianto era acceso, rispetto alle volte in cui il loro dispositivo era spento”. Non solo, perché durante la sperimentazione gli animali affetti da dolore cronico hanno trascorso circa due terzi del tempo in più rispetto agli altri, in una camera in cui il dispositivo controllato dal computer era acceso, rispetto a un'altra in cui era invece spento. Segnale, hanno riferito in conclusione i ricercatori, che “l'impianto riduce l'intensità del dolore provato dagli animali”.

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