Cardiologia, scoperto gene utile per riparare il muscolo cardiaco

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La scoperta è arrivata grazie ad un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi australiani del Victor Chang Institute di Sydney. Al centro dello studio un gene, chiamato KLF1, che in una particolare specie di pesce, il pesce zebra, permette all’animale di riparare il proprio cuore nel caso di lesione, come dopo un infarto

Nell’ambito delle ricerche scientifiche legata alle cure per le insufficienze cardiache, un team di scienziati australiani è riuscito a scoprire un nuovo gene fondamentale che si spera possa aiutare il cuore umano a riparare il muscolo cardiaco, danneggiato dopo un infarto. La curiosità è che il gene, un vero e proprio interruttore genetico, è stato identificato in un piccolo pesce, il pesce zebra o danio zebrato, popolare negli acquari perché sempre vivace e in movimento.

La capacità del pesce zebra

E' noto da tempo che il pesce zebra possiede un tratto unico che gli permette di rigenerare le cellule del cuore dopo un trauma, ma fino ad oggi i ricercatori non erano ancora riusciti a spiegare le motivazioni alla base di questo meccanismo. Grazie al lavoro di ricerca degli studiosi del Victor Chang Institute di Sydney, pubblicato sulla rivista “Science”, è stato individuato un gene, chiamato KLF1, che permette al piccolo pesce di riparare il proprio cuore. In precedenza, questa proteina, era stata identificata solo nei globuli rossi, ma ora e per la prima volta, è stato possibile comprendere come svolga un ruolo fondamentale nella guarigione del cuore danneggiato.

I dettagli dello studio

Si tratta, tra l’altro, di una proteina che esiste anche nell'organismo umano, ma non agisce allo stesso modo. "Noi esseri umani invece non possiamo attivare la proteina quando ne abbiamo bisogno", ha spiegato il responsabile della ricerca, Bob Graham, capo della divisione di cardiologia molecolare e biofisica dell’istituto australiano. "In qualche fase dell'evoluzione abbiamo perso la capacità di farlo. Se potremo comprendere come e scoprire il perché, potremo essere capaci di utilizzare meglio la proteina per permettere al cuore di ripararsi, dopo una lesione come un infarto”, ha sottolineato. “Sappiamo che l'uomo usa la KLF1 nella prima infanzia per rigenerare cellule danneggiate, ma tale capacità viene meno con la crescita. Gli studiosi hanno scoperto che quando la KLF1 veniva rimossa dal pesce zebra, il cuore perdeva l'abilità di ripararsi dopo una lesione, confermando il ruolo cruciale di autoguarigione della proteina”, ha poi aggiunto. Secondo l’esperto, dunque, questa proteina agisce “rendendo più immature le cellule muscolari non lesionate, e alterando i legami metabolici e ciò permette alle cellule di dividersi e riprodursi”. Graham, in conclusione, ha specificato che “il ricorso alla proteina non impedirà alla persona di subire un infarto, ma potrà rigenerare le cellule danneggiate dal trauma e prevenire ulteriori attacchi. Questo, perché la proteina “è un principale regolatore dell'attività dei geni e può attivare tutti i geni necessari per la rigenerazione", ha poi spiegato ancora.

Medici e infermieri al lavoro senza sosta nel reparto di terapia intensiva passato da 5 a 17 letti per curare i pazienti covid all' ospedale di Vizzolo Predabissi, 24 Marzo 2020. Ansa/Andrea Canali

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