Coronavirus, con il lockdown ansie e paure per il 65-70% dei minori

Salute e Benessere

Lo ha sottolineato un'indagine sull'impatto psicologico e comportamentale del lockdown sui bambini e sugli adolescenti, presentata oggi al ministero della Salute e condotto, coinvolgendo un campione di 3.245 famiglie con figli sotto i 18 anni a carico, dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova

Nel corso del recente lockdown, attuato nel momento più difficile della pandemia del nuovo coronavirus, il 65% dei bambini italiani sotto i 6 anni ed il 71% di quelli sopra i 6 anni "hanno avuto problemi comportamentali e sintomi di regressione". A sottolinearlo è stata un'indagine sull'impatto psicologico e comportamentale del lockdown sui bambini e sugli adolescenti, presentata oggi al ministero della Salute e condotto, coinvolgendo un campione di 3.245 famiglie con figli sotto i 18 anni a carico, dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova e guidata dal neurologo Lino Nobili.

I disturbi manifestati

Entrando nel dettaglio dell’indagine, è emerso come per i bambini più piccoli e sotto i 6 anni, i disturbi più frequenti siano stati l'aumento dell’irritabilità, problematiche legate al sonno (paura del buio, risvegli notturni, difficoltà di addormentarsi) e di ansia (inquietudine, ansia da separazione). Per ciò che riguarda bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni sono state manifestate sensazioni come mancanza d'aria o fiato corto e una significativa alterazione del ritmo del sonno, seguita alla tendenza ad andare a letto molto più tardi e non riuscire a svegliarsi al mattino, oltre che un'aumentata instabilità emotiva legata ad irritabilità e cambiamenti dell'umore.

I dettagli sull’indagine

L'indagine si è svolta con un questionario compilato in forma anonima dalle famiglie tra il 24 marzo e il 3 aprile. Ciò che gli esperti hanno notato, in generale, è che la situazione di isolamento abbia determinato in bambini e adolescenti una condizione di stress con ripercussioni non solo sulla salute fisica, ma anche su quella emozionale-psichica, sia dei genitori che dei figli. Hanno aderito 6.800 soggetti da tutta Italia, di cui quasi la metà con figli minorenni a carico. "L'Irccs Gaslini ha scelto di raccogliere durante il lockdown il prezioso e irripetibile contributo di quasi settemila famiglie in Italia che ne descrivevano gli effetti sulla propria salute. L'analisi dei dati emersi consente ora di offrire risposte precoci e fondate ai tanti disturbi rilevati", ha spiegato Paolo Petralia, direttore generale del Gaslini. "La ricerca è un ulteriore stimolo a recuperare al più presto, pur con le necessarie precauzioni, le opportunità di interazione diretta tra coetanei, strumento essenziale per lo sviluppo emotivo e l'acquisizione di competenze", ha invece osservato lo psichiatra Fabrizio Starace, membro della task force di Vittorio Colao per la ripartenza economica e sociale del Paese.

 La condizione di fragilità dei più piccoli  

“Il lockdown ha prodotto conseguenze sui bambini, che si sono ritrovati improvvisamente senza i loro compagni di scuola, senza i nonni e senza tutte le abitudini, che sono elementi di sicurezza. Ma voglio dire loro che sono stati bravissimi. Ci si aspettava che fossero loro a infrangere le regole e invece sono stati esemplari". Sono state queste le parole della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, a commento dei risultati del report. "Questa indagine ci conferma alcune delle sensazioni che avevamo già avuto sulla condizione di fragilità dei bambini. Con pareri discordanti, perchè qualche psichiatra ha anche sottolineato la grande resilienza dei bambini, la loro capacità di rispondere meglio di quanto pensiamo agli imprevisti. E ci sono stati anche bambini che sono stati felici di stare a casa, perchè è stata l'occasione per passare più tempo con i genitori", ha spiegato. "Vogliamo dire ai bambini che in testa alle nostre preoccupazioni c’è la loro salute. L'Italia sta combattendo anche dal punto di vista scientifico e un ulteriore messaggio da dare ai più giovani è che si potrà vincere, che stiamo lavorando al vaccino e siamo molto avanti. E chissà che a qualche ragazzo non venga voglia di studiare per diventare scienziato e vincere battaglie come questa", ha concluso Zampa.

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