Coronavirus: mal di schiena in quarantena, metà degli italiani colpiti

Salute e Benessere

E’ emerso da un’indagine condotta da Assosalute, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica, confermando come il lockdown abbia giocato un ruolo determinante per la salute dell’apparato muscolo scheletrico, tra sedentarietà e smart working

Il periodo di quarantena, in risposta all'emergenza coronavirus, è terminato da poco ma ha lasciato alcuni strascichi sul fisico, legati ad esempio ad alcuni piccoli disturbi posturali insorti a causa della prolungata permanenza in casa, della mancanza di attività fisica o di movimenti e posture scorrette. A sottolinearlo sono i risultati di una ricerca condotta da Assosalute, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica, in base alla quale a soffrire di dolori posturali, anche prima del periodo di lockdown, è il 73% degli italiani, con il mal di schiena al primo posto (49%), seguito da dolori al collo (37%) e dolori alle articolazioni degli arti inferiori (29%).

Gli effetti della quarantena

Nell’ottica dell’esistenza di questo genere di disturbi, la quarantena non ha contribuito a migliorare la situazione dato che, secondo l’indagine, quasi un italiano su due ha dichiarato di averne sofferto più spesso durante gli ultimi mesi. A confermare quanto trend è stato il dottor Roberto Pozzoni, responsabile del centro di traumatologia dello sport presso l'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano: "Sicuramente la quarantena ha giocato un ruolo determinante per la salute del nostro apparato muscolo scheletrico”, ha spiegato l’esperto, “soprattutto per quei soggetti che non erano avvezzi a una regolare attività fisica prima del lockdown”. C’è poi chi ha dovuto forzatamente eliminare del tutto o a ridurre in maniera netta i propri allenamenti: queste persone hanno “dovuto fare i conti con una perdita del tono muscolare e con una riduzione della coordinazione neuromuscolare, con conseguente sovraccarico articolare”. Infine, chi non praticava mai o quasi mai attività sportive “può aver colto l'occasione per iniziare, spesso andando incontro, inconsapevolmente, a dolori muscolari o articolari, riconducibili a movimenti scorretti".

Il problema della sedentarietà

Dalla ricerca è emerso anche che il 44% del campione intervistato ha ricondotto i dolori posturali non solo all'attività fisica improvvisata ma anche all'eccessiva sedentarietà legata alla quarantena, seguita da posture sbagliate assunte durante i momenti di relax sul divano (34%) e dallo smart working (21%), di cui a lamentarsi sono soprattutto le persone più giovani. Una via scelta per ovviare a queste problematiche, per il 42% degli italiani, è stata quella legata ai farmaci di automedicazione: "I farmaci di automedicazione possono aiutarci in questi casi, soprattutto gli antinfiammatori non steroidei che possono essere impiegati per uso topico, come creme o gel o sistemico come capsule o bustine”, ha spiegato ancora Pozzoni. “Tuttavia non bisogna dimenticare che dopo lo sforzo fisico il dolore muscolare è normale, soprattutto se si fanno movimenti a cui non si è abituati. Se poi il dolore persiste nel tempo, oltre i 2 o 3 giorni, diventa opportuna la visita medica".

I consigli degli esperti

Per cercare di evitare di soffrire ancora di questi disturbi, gli esperti propongono una serie di consigli. In fase di smart working, ad esempio, quando si lavora al pc entrambi i piedi dovrebbero essere poggiati a terra, con le articolazioni che formano angoli di 90 gradi e la schiena in appoggio sullo schienale della sedia. Quando si pratica sport, invece, è importante che chi ci sta intorno ci avvisi se assumiamo una postura scorretta. “In mancanza di un suggerimento, occorre sempre guardarci allo specchio e cercare di autocorreggerci”, spiegano gli esperti. Quando si cucina è raccomandabile non stare troppo tempo nella stessa posizione e spostare il peso da una gamba all'altra ogni 5 minuti circa, mentre quando si è in fase di relax, sdraiati sul divano e guardando la tv magari con la testa sul bracciolo, è opportuno fare attenzione che questo non sia troppo alto. Un ultimo consiglio per i genitori: “Quando teniamo i bambini in braccio è sempre bene alternare il loro peso sul fianco destro e sinistro, cercando di mantenere il bambino più vicino possibile al busto”.

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