Coronavirus, contagiati 4.824 operatori sanitari: il doppio della Cina

Salute e Benessere

Lo ha comunicato l’Istituto Superiore di Sanità, con l’ultimo bollettino diramato il 22 marzo. Secondo la Fondazione Gimbe, occorre dare priorità assoluta all'esecuzione di tamponi proprio a coloro che lavorano sul campo per far fronte all’emergenza 

In Italia, secondo l’ultimo bollettino diramato dall’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, dall'inizio dell'epidemia ad oggi sono 4.824 in tutto i professionisti sanitari contagiati dal coronavirus, pari a circa il 9% del totale delle persone infette. Si tratta di una percentuale più che doppia rispetto a quella riguardante gli operatori cinesi, almeno stando ai dati riportati da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Jama" il 24 febbraio scorso. In Cina, infatti, la percentuale di medici ed infermieri contagiati è stata del 3,8%, ovvero 1.716 persone su 44.672. (LE TELECAMERE DI SKY TG24 NELL'OSPEDALE DI CREMONA)

Priorità sui tamponi

Su tema si è espressa anche Gimbe, fondazione senza fini di lucro che ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica. Secondo la fondazione, il dato che riguarda l’Italia sarebbe ampiamente sottostimato. Infatti, alla luce degli ultimi dati sul contagio fra operatori sanitari, ha invitato tutte le Regioni, sulla scia di quanto già successo tra Emilia-Romagna e Calabria, a dare priorità assoluta all'esecuzione di tamponi a tutti gli operatori sanitari, sia a coloro che lavorano in ospedale, sia a coloro che sono presenti sul territorio, con particolare attenzione ai professionisti coinvolti nell'assistenza domiciliare e nelle residenze assistenziali assistite, oltre che in case di riposo. (HUMANITAS SMENTISCE FALSI MITI)

Adeguati strumenti di protezione

"Un mese dopo il caso 1 di Codogno”, ha spiegato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, “i numeri dimostrano che abbiamo pagato molto caro il prezzo dell'impreparazione organizzativa e gestionale all'emergenza”. Non solo, perché come spiega ancora l’esperto, “la mancanza di policy regionali univoche sull'esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari, conseguente anche al timore di indebolire gli organici si è trasformata in un boomerang letale”. È importante dunque, che i test vengano estesi a tutti i professionisti e operatori sanitari e che vengano forniti strumenti di protezione a chi è impegnato in prima linea contro l'emergenza, anche in virtù dei recenti dati sugli operatori deceduti, arrivati in tutto a 19. “Gli operatori sanitari infetti sono stati purtroppo i grandi e inconsapevoli protagonisti della diffusione del contagio in ospedali, residenze assistenziali e domicilio di pazienti", ha concluso infine Cartabellotta. (CONTE, SETTIMANE IMPEGNATIVE)

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