Coronavirus, secondo l’Oms non si tratta ancora di una pandemia

Salute e Benessere

A confermarlo alla stampa è stata Sylvie Briand, direttrice del dipartimento “Preparazione mondiale ai rischi infettivi” dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

L'epidemia di polmonite virale da coronavirus che si è sviluppata in Cina "non costituisce ancora una situazione di pandemia". A dirlo alla stampa è stata Sylvie Briand, direttrice del dipartimento “Preparazione mondiale ai rischi infettivi” dell'Oms.

Epidemia con focolai multipli

In questo momento, dunque, secondo gli esperti non si può parlare di pandemia, termine che si riferisce ad una situazione di propagazione mondiale di una malattia. "Al contrario, siamo in una fase in cui si ha una epidemia con focolai multipli", ha aggiunto ancora Briand. La malattia, stando agli ultimi report che l’Oms pubblica quotidianamente sul proprio sito (LE FONTI ATTENDIBILI), ha infatti ucciso più di 425 persone e gli infetti sono oltre 20mila in Cina e nella quasi totalità sono persone localizzate nella provincia dello Hubei, epicentro dell'epidemia. Inoltre il virus si è diffuso per ora in 24 Paesi dalla sua prima comparsa lo scorso dicembre. Briand, anche in base a questi dati, ha sottolineato ancora che se da un lato “esiste una rapida diffusione della trasmissione nello Hubei, i casi fuori dalla provincia hanno sporadici gruppi di trasmissione”. I provvedimenti, spiega l’esperta, non sono tardati ad arrivare, dato che le autorità cinesi hanno preso misure drastiche per fermare la trasmissione, mentre gli altri Paesi coinvolti hanno varato misure decise per evitare la diffusione del virus. "Speriamo che basandoci su queste misure in Hubei ma anche negli altri paesi, potremo fermare la trasmissione e liberarci del virus", ha aggiunto ancora Briand. (IL VADEMECUM DEI MEDICI)

Le pandemie influenzali del XX secolo

Una pandemia è, come detto, un'epidemia che si espande rapidamente diffondendosi in più aree geografiche del mondo. Questa presuppone la mancanza di immunizzazione dell'uomo verso un virus particolarmente aggressivo. Come spiega anche “Epicentro”, portale gestito dall’Istituto Superiore di sanità, nella storia si sono verificate numerose pandemie e fra le più recenti si ricordano l’influenza spagnola nel 1918, l'influenza asiatica nel 1957 e l'influenza di Hong Kong nel 1968. Proprio quest’ultima pandemia, la più recente registrata, proveniva dal Sud Est Asiatico con il virus che penetrò nella costa occidentale degli Stati Uniti con elevati tassi di mortalità, a differenza dell’Europa dove l’epidemia, nel 1968–1969, non si associò ad elevati tassi di mortalità. In Italia si registrarono circa 20.000 decessi.

Eventi quasi pandemici

Tra i virus che rientrano nelle categoria di eventi quasi pandemici, l’Iss cita la pseudo pandemia (H1N1) del 1947, un’epidemia di influenza che si diffuse in estremo oriente, in Giappone e Corea, tra le truppe americane, e successivamente, nelle basi militari negli Usa e l’epidemia dell’influenza russa (H1N1) nel 1977, diffusasi nel nord est della Cina, ma denominata appunto “russa”. Questa si diffuse in gran numero tra i giovani under 25, con manifestazioni cliniche lievi, anche se tipicamente influenzali.
 

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