Influenza, scoperta la molecola che riconosce ogni variante del virus

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

È stata individuata dai ricercatori dell’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona. In futuro potrebbe consentire di progettare terapie alternative alla vaccinazione contro gli agenti patogeni respiratori 

I ricercatori dell’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona affiliato all’Università della Svizzera italiana (Usi), in collaborazione con i colleghi della Harvard Medical School di Boston, della Mount Sinai School of Medicine di New York e dell’Università di Tolosa, hanno individuato una molecola in grado di riconoscere tutte le possibili varianti dell’influenza, permettendo così di guidare in modo efficace la risposta del sistema immunitario. Si chiama Sign-R1 e, oltre ad agire sul virus dell’influenza, può anche legarsi ad altri agenti patogeni respiratori come lo Streptococcus pneumoniae, che causa la polmonite. I risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista Nature Microbiology, rappresentano un importante passo avanti verso la progettazione di terapie alternative alla vaccinazione contro i virus che colpiscono l’apparato respiratorio, basate sull’uso di nuove molecole appartenenti alla stessa famiglia di Sign-R1.

Verso la creazione di un vaccino universale

Nel corso di uno studio differente, un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan ha compiuto un importante passo avanti verso la creazione di un vaccino universale contro l’influenza. Il team di studiosi, guidato dall’epidemiologo Aubree Gordon, è riuscito a scoprire un anticorpo capace di proteggere l’organismo dall’infezione del virus agganciandosi alla base dell’emoagglutinina, una delle due proteine presenti sulla superficie dell’agente patogeno. L’importante risultato è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Attualmente, i vaccini anti-influenzali si agganciano alla testa dell’emoagglutinina, la parte della proteina che muta più facilmente: è per questa ragione che cambiano anno dopo anno. L’anticorpo individuato dal team di Gordon potrebbe consentire di ottenere una nuova preparazione efficace contro ogni ceppo virale. Per condurre lo studio, i ricercatori hanno seguito per diversi anni un gruppo di persone in Nicaragua, raccogliendo campioni di sangue e misurando i livelli di anticorpi dei partecipanti che si ammalavano di influenza. La raccolta di questi dati ha consentito di individuare l’anticorpo che si lega alla base dell’emoagglutinina, in grado di offrire una protezione naturale che abbassa del 42% il rischio di essere infettati dal virus H1N1. 

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