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Spopola la protesi al seno: in Italia 300.000 ritocchi all’anno

Salute e Benessere
La realizzazione di protesi al seno (Ansa)

Cresce il numero di donne nel mondo che si rivolgono al chirurgo per la mastoplastica additiva. Per gli esperti si tratta di una pratica sicura, utile anche a incentivare la prevenzione 

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Il ‘ritocchino’ al seno è l’intervento di chirurgia estetica più praticato in tutto il mondo, un trend in continua crescita che riguarda da vicino anche l’Italia, dove circa 300.000 donne si sottopongono all’operazione ogni anno. Insieme alla diffusione di questo intervento, crescono però anche le voci relative ai potenziali rischi legati a questa pratica, stimolate anche da casi come il ritiro delle protesi tesaurizzate prodotte da Allergan avvenuto a fine dicembre, che tuttavia sarebbe stato causato soltanto da un problema burocratico. Gli esperti sottolineano infatti che l’operazione per l’ingrandimento del seno non dovrebbe essere associata a pericoli, ma piuttosto rappresentare una chance per sensibilizzare le donne alla prevenzione.

Protesi al seno: perché è così richiesta

La mastoplastica additiva diventa sempre più comune a livello globale, in modo particolare per le donne comprese tra i 25 e 35 anni, che scelgono di affidarsi al chirurgo per ritoccare una parte del proprio corpo che, secondo il chirurgo plastico Giulio Basoccu, “rimane per una donna un elemento di femminilità molto importante”, motivo per cui “la richiesta per una taglia in più è sempre alta”. Il responsabile della divisione di Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva all’Istituto Neurotraumatologico Italiano (Ini) sottolinea inoltre che le pazienti interessate all’operazione possono stare tranquille circa i rischi presentati dal ritocco al seno, poiché “non esiste nessuna controindicazione all’utilizzo delle protesi. Esistono ciclicamente notizie allarmanti che non corrispondono a realtà e gli studi dimostrano che non esistono correlazione con patologie importanti”.

Protesi mammarie sempre più evolute

Lo stesso ritiro delle protesi di Allergan, secondo Basoccu, “è legato al mancato rinnovo tempestivo del marchio CE, è un problema burocratico europeo e non ha nulla a che fare con eventuali effetti collaterali”. A livello generale, infatti, il campo delle protesi mammarie sta assistendo a grandi progressi: la tipica superficie ruvida di quelle testurizzate è infatti in grado di evitare la formazione di un tessuto, nei dintorni della protesi, che ha l’effetto di causare un irrigidimento del seno. “Inoltre - prosegue Basoccu - oggi le protesi sono tecnologicamente molto evolute, non provocano rigetti e possono durare anche tutta la vita”. Oltre alla paziente, è però anche il chirurgo a giocare un ruolo importante in occasione di questi interventi. Quando a richiedere l’ingrandimento del seno è una donna troppo giovane, infatti, il medico si trova ad affrontare un dilemma morale, ed è chiamato a valutare anche insieme alla famiglia “l’opportunità di eseguire interventi in soggetti molto giovani che non hanno la maturità per viverli in modo giusto”. Più in generale, invece, il cosiddetto ‘ritocchino’ può essere anche un’ottima occasione per incentivare le pratiche di prevenzione, poiché “la paziente viene sollecitata ad una serie di controlli annuali”.