Probiotici, per veri benefici serve un approccio personalizzato

Salute e Benessere
Foto di archivio (Getty Images)
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Una ricerca dimostra che l’utilizzo di micro-organismi vivi, se non adattato alle esigenze, può creare diversi problemi alla flora intestinale 

L’utilizzo dei probiotici all’interno delle diete è ormai molto diffuso, un utile e semplice strumento che esercita svariate funzioni salutari per l’organismo, come aiutare i processi di digestione e rafforzare il sistema immunitario. Tuttavia, l’assunzione di questi batteri fisiologici potrebbe non portare a tutti quei benefici di cui molte persone sono convinte. Lo afferma uno studio condotto da un team di ricercatori e pubblicato sulla rivista scientifica Cell, che spiega come un consumo di probiotici non personalizzato e adattato alle proprie esigenze potrebbe addirittura condurre a scompensi all’interno della flora intestinale.

Colonizzazione

I probiotici sono comunemente assunti attraverso integratori o alcuni alimenti fermentati, come per esempio lo yogurt, e contengono batteri fisiologici in grado di colonizzare l’intestino. Per condurre lo studio, i ricercatori hanno eseguito endoscopie e colonscopie per prelevare campioni dei microorganismi presenti all’interno dell’intestino di persone a cui era stato somministrato un ciclo di antibiotici, eseguendo l’analisi prima e dopo l’assunzione di probiotici. Con questo metodo, gli autori della ricerca hanno potuto notare come la presenza di questi organismi nell’intestino impedisse il ritorno della flora originaria presente prima del trattamento antibiotico. Al contrario, un secondo gruppo di persone a cui è stato reintrodotto il microbioma originale, prelevato prima della somministrazione dei farmaci, non ha presentato alcun effetto negativo.

Approccio personalizzato

In una seconda parte dello studio, il team ha analizzato e comparato gli organismi ritrovati nel tratto intestinale di 25 volontari con quelli presenti invece nelle loro feci, riscontrando alcune differenze nei batteri identificati: “Il fatto che le feci siano l’unico modo per effettuare analisi sul nostro microbioma può rendere questo tipo di ricerca non del tutto affidabile”, afferma Eran Elinav, un immunologo del Weizmann Institute of Science in Israele, e tra gli autori principali della ricerca. Infine, gli studiosi hanno potuto verificare come il comportamento dei probiotici assunti da diverse persone non fosse sempre uguale: mentre in alcuni casi l’intestino ha resistito alla colonizzazione, in altre circostanze i probiotici hanno modificato profondamente la flora. Secondo Elinav il risultato mostra che queste sostanze dovrebbero essere somministrate “con un approccio personalizzato, il che aumenterebbe le possibilità che ci siano reali benefici per l’organismo”. 

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