Mano bionica dotata di tatto impiantata a italiana per la prima volta

Salute e Benessere
La mano bionica realizzata dal team di Silvestro Micera (Youtube: Artificial Hands Area - Istituto di BioRobotica)

Una paziente del Policlinico Gemelli di Roma grazie all'organo hi tech è in grado di percepire il contatto con gli oggetti. Mai, sino ad ora, una tecnologia simile era uscita da un laboratorio

Una mano bionica capace di restituire il senso del tatto è stata impiantata per la prima volta su una paziente italiana. L'importante intervento è avvenuto al Policlinico Gemelli di Roma. La donna ha indossato l'impianto per sei mesi anche al di fuori del laboratorio, svolgendo normali attività quotidiane.

L'intervento

L'impianto è stato installato alla donna nel giugno del 2016 nell'ospedale capitolino dal neurochirurgo Paolo Maria Rossini. La mano bionica è stata messa a punto dal gruppo di lavoro guidato dal neuro-ingegnere Silvestro Micera della Scuola Superiore Sant'Anna e del Politecnico di Losanna e i risultati della sperimentazione sono ora in via di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale.

Test di sei mesi

Ma nel frattempo l'autore dell'intervento - di cui ha parlato anche la Bbc - ha raccontato i particolari della vicenda. "Abbiamo operato e seguito dal 2009 fino a ora cinque persone, nel corso della sperimentazione di una mano bionica in grado di restituire il senso del tatto", ha spiegato il responsabile della Struttura complessa di Neurologia del Policlinico Gemelli all'Adnkronos Salute. Ma la paziente in questione è "la prima italiana a indossare l'impianto per sei mesi, anche al di fuori del laboratorio. È andata al ristorante, ha raccolto dei fiori, ha fatto cose normali in situazioni normali".

Come funziona

La mano, versione migliorata di quella impiantata su un uomo danese nel 2014, ha dei sensori che rilevano informazioni sulla consistenza di un oggetto. Questi messaggi sono inviati a un computer in uno zaino che converte i segnali in un linguaggio che il cervello è in grado di comprendere. Il risultato è che viene restituito uno stimolo del tutto simile a quello del normale senso umano del tatto. L'informazione viene trasmessa al cervello tramite piccoli elettrodi impiantati nei nervi della parte superiore del braccio. Nei test, la donna è stata in grado di dire, mentre era bendata, se l'oggetto che stava toccando con la mano bionica fosse duro o morbido.

Il sistema elettrico

La paziente, che ha perso la mano in un incidente, ha parlato alla Bbc di una "sensazione spontanea, come se fosse la tua vera mano. Sei finalmente in grado di fare cose che prima erano difficili, come vestirti, indossare scarpe, tutte cose banali ma importanti. Ti senti completo". La donna ha potuto anche uscire con la mano bionica grazie al fatto che la nuova versione è più piccola ed è possibile racchiudere il sistema che registra i movimenti dei muscoli e li traduce in segnali elettrici in un piccolo zainetto.

Elettrodi a vita

Dopo sei mesi l'impianto le è stato tolto. Ma l'obiettivo, come ha raccontato il neuro-ingegnere Micera, è quello di "rendere questa tecnologia utilizzabile clinicamente. Lo zainetto è stato uno step intermedio e il prossimo passo è miniaturizzare l'elettronica". Nel frattempo la ricerca va avanti. "Stiamo andando sempre più nella direzione dei film di fantascienza, come la mano bionica di Luke Skywalker in Star Wars, una protesi completamente controllata e totalmente naturale, identica alla mano umana", afferma ancora Micera. E il prossimo paziente a completare la parte sperimentale in teoria potrebbe anche indossare gli elettrodi a vita.

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