La "salute disuguale": chi è più povero si ammala di più e muore prima

Salute e Benessere
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Del tema si parlerà al Festival dell'Economia di Trento. L'obiettivo dei 70 incontri che si terranno dal 1° al 4 giugno è riflettere su come garantire lo stesso livello di assistenza sanitaria a tutti

"In Italia chi è più povero di capacità e risorse è più esposto a fattori di rischio per la salute, si ammala più spesso, in modo più grave e muore prima". A dichiararlo è Giuseppe Costa, epidemiologo di fama internazionale, professore di igiene all'università di Torino, in un rapporto dal titolo "Cosa sappiamo della salute disuguale in Italia?". Lo studio verrà presentato durante il Festival dell'Economia di Trento. La manifestazione si terrà dal 1° al 4 giugno e prevede 70 incontri dedicati quest'anno al tema "La salute disuguale". L'obiettivo è quello di trovare la strada per assicurare lo stesso livello di salute a tutti, nonché studiare i legami tra sistema socio-economico, ambientale e culturale con il benessere psico-fisico della popolazione.

"La salute disuguale"

"Negli anni '10 un uomo con la laurea può contare di vivere 5,2 anni in più di chi ha conseguito al massimo la licenza elementare. Per le donne il vantaggio nell'aspettativa di vita alla nascita si dimezza a 2,7 anni". Costa sottolinea anche come tali differenze nell'aspettativa di vita possano variare anche in base all'analisi geografica: ci sono discrepanze tra Nord e Sud, ma anche tra varie zone all'interno della stessa città. "Nelle regioni del Sud e nelle isole si muore di più perché sono più numerose le persone di bassa posizione sociale che sono a maggior rischio", spiega l'esperto. "Ma anche a parità di titolo di studio, vivere in alcune regioni del Sud fa male: infatti nelle regioni del Sud e delle Isole un laureato muore prima di un laureato del Centro Nord". L'epidemiologo prende come esempio la città di Torino: "A Torino chi sale sul tram che attraversa la città dalla collina alto-borghese all'estremo est per andare nella barriera operaia di Vallette all'estremo nordovest, vede salire passeggeri che perdono mezzo anno di speranza di vita ogni chilometro che percorre". Costa non ha ricette veloci ed efficaci per risolvere questo problema, ma traccia una rotta di partenza che parte dall'analisi di queste disuguaglianze, in modo da trovare anche delle risposte. "Ognuno ha un pezzo di responsabilità, a livelli diversi, - conclude - e se le istituzioni ci credono si può fare un lavoro paziente per migliorare".

La lotta alle disuguaglianze  

L'obiettivo della 12esima edizione del Festival dell'Economia, nella parole del rettore dell’Università di Trento Paolo Collini, è riflettere su come garantire a tutti la possibilità di avere gli stessi livelli di salute, ma anche osservare la relazione con lo sviluppo socio-economico, ambientale e culturale del territorio. Nella lotta alla disuguaglianza, secondo Collini, saranno i cittadini stessi la parte attiva di questa azione correttiva. "Salute, sanità ed economia hanno molte implicazioni, e osservandole emergono le disuguaglianze" afferma anche l'editore Giuseppe Laterza, fra gli organizzatori del Festival -. È importante in un'epoca in cui si parla molto di fragilità sociale, di necessità di protezione, da cui prende talvolta anche le mosse il populismo".

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