Vaccini, il 20% degli italiani è scettico sulla sicurezza

Salute e Benessere
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Esperti riuniti a Bruxelles lanciano l'allarme: lo scetticismo "fa male". In Europa malattie in aumento. Francia al primo posto in Ue, col 41% degli scettici

Quasi un italiano su quattro è scettico nei confronti dei vaccini: il 20% ritiene che non siano sicuri. Una percentuale alta ma non troppo se paragonata a quella registrata in Francia, dove la quota della popolazione che non si fida dei vaccini è del 41%, la più alta in Ue. I dati arrivano dal Vaccine Confidence Project e preoccupano la comunità scientifica.

 

Lo "State of Vaccine Confidence 2016" - Il rapporto sulla fiducia nei confronti dei vaccini è stato condotto nel 2016 su quasi 66 mila persone di 67 Paesi nel mondo nell'ambito di un progetto finanziato dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates e dall'Organizzazione mondiale della Sanità. A livello globale, secondo lo State of Vaccine Confidence, c'è un sentimento "positivo" nei confronti dei vaccini ma ci sono molte differenze tra Paesi e regioni. In particolare preoccupa lo scetticismo dilagante nel Vecchio Continente: sono europei 7 dei 10 Paesi meno fiduciosi nei confronti di quest'arma di prevenzione delle malattie. La Francia è al primo posto, col 41% degli scettici. Sopra la media globale - che è del 12% - si colloca anche l'Italia, dove il 20% ritiene i vaccini non sicuri.

 

Il summit a Bruxelles - Le cifre del Vaccine Confidence Project sono state presentate a una conferenza organizzata dalla Commissione europea a Bruxelles. Il parere degli esperti riuniti è che il crescente scetticismo verso i vaccini (la guida per proteggersi dalle bufale online) sta avendo delle conseguenze preoccupanti in Europa. L'azione per debellare malattie come il morbillo ne è rallentata, spiegano, le comunità diventano più vulnerabili a patologie che ritornano, come la difterite. Il problema non riguarda solo i bambini, ma sempre di più anche gli adulti, con i casi di parotite e pertosse che negli ultimi anni sono aumentati soprattutto nei soggetti con più di 15 anni.

 

Vaccini vittime del loro successo - Secondo quanto emerso, i vaccini sarebbero sostanzialmente vittima del loro stesso successo: l'incidenza delle malattie si riduce e così si crede di poterne fare a meno. In base ai dati presentati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dal 2000 al 2009 quasi 5 milioni di bambini europei sotto i due anni non sono stati vaccinati contro morbillo-parotite-rosolia. Una prassi che ha contribuito al picco recente di infezioni di morbillo negli adulti, con il 25% dei casi registrati tra il 2014 e il 2016 che ha colpito gli over 30.

 

Autismo, in arrivo linee guida - Il tema dei vaccini è molto dibattuto anche in Italia, in particolare per gli ultimi casi di meningite registrati nel nostro Paese. Ma non solo. Spesso se ne parla anche in relazione all'autismo, a causa di teorie senza alcuna base scientifica che correlano questa patologia alle vaccinazioni. Sul tema, l'Istituto superiore di Sanità (Iss) è intenzionato a far chiarezza. Walter Ricciardi, presidente dell'Iss, ha affermato a margine di un incontro sull'autismo che l'Istituto è "al lavoro per elaborare Linee Guida sull'autismo basate su evidenze scientifiche". Indicazioni che contribuiranno a "chiarire dubbi sulle informazioni non sempre veritiere che circolano in materia" e a "proteggere le famiglie da sfruttatori che si approfittano di persone sofferenti".

Le evidenze scientifiche, ha detto, mostrano che "la sua genesi è nella vita intrauterina e probabilmente per cause di natura genetica ed epigenetica, ovvero che derivano dalla interazione tra genoma e condizionamenti ambientali". Tuttavia, i sintomi più evidenti insorgono nei primi anni di vita, che sono anche quelli in cui si fanno i vaccini. "Ciò significa - conclude - che tra vaccini e insorgenza dell'autismo c'è un'associazione temporale ma non causale. Questi bambini anzi vanno vaccinati, perché sono in molti casi anche più suscettibili alle infezioni".

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