Zika, sviluppato un nuovo vaccino efficace su scimmie e topi

Salute e Benessere
Nel 2016, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il virus zika ha scatenato un’emergenza sanitaria internazionale (Getty Images)
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Secondo i ricercatori dell’Università della Pennsylvania,  basta una piccola dose perchè sia efficace e sarebbe più sicuro rispetto ai prodotti attualmente in sperimentazione. Entro 18 mesi i test clinici sugli esseri umani

Un gruppo di ricerca della Perelman, la scuola di medicina dell’Università della Pennsylvania (Stati Uniti), ha sviluppato un vaccino per il virus zika che ha mostrato risposte immunitarie promettenti nei test preclinici effettuati su scimmie e topi. Il vaccino, a differenza delle precedenti sperimentazioni, è stato ricavato utilizzando il virus inattivato, ossia privato della capacità di replicarsi grazie all’inibizione della sintesi proteica. Per essere efficace necessita di un’unica piccola somministrazione. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista scientifica "Nature", aprono la strada a un vaccino potenzialmente più sicuro rispetto ai prodotti attualmente allo studio, sebbene non sia ancora stata testata la sua efficacia sugli essere umani.

 

Una malattia diffusa in 70 Paesi – Nel 2016, come certificato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il virus zika ha scatenato un’emergenza sanitaria internazionale. I casi della malattia virale acuta, trasmessa da zanzare appartenenti al genere Aedes, sono stati registrati finora in 70 Paesi e territori tra Americhe, Africa, Asia e Pacifico occidentale. Il virus può causare febbre, malessere, eruzioni cutanee, congiuntivite, mal di testa, dolori articolari e muscolari, che persistono per 2-7 giorni, ma nella maggior parte dei casi l'infezione è asintomatica. Tuttavia, se viene contratto durante la gravidanza, zika può essere causa nel feto di anomalie cerebrali congenite come la microcefalia, una malformazione nei neonati.

 

Lo studio su topi e macachi – I ricercatori hanno condotto test preclinici su cinque macachi Rhesus e su dei topi: in entrambi i casi i risultati avrebbero dimostrato un’evidente capacità di resistenza al virus da parte degli animali. “La differenza fondamentale tra il nostro vaccino e gli altri in sperimentazione – ha spiegato sul sito dell’Università Drew Weissman, uno dei membri del team che ha condotto lo studio – è che utilizza un virus inattivato che lo rende molto più sicuro e facile da produrre”. I vaccini virali tradizionali, infatti, solitamente contengono versioni indebolite del virus che, secondo il ricercatore, sarebbero in grado di provocare dei gravi inconvenienti, tra cui infezioni dannose in persone con un sistema immunitario indebolito.

 

Sperimentazione sull’uomo – "Il nostro lavoro suggerisce che questa nuova tipologia di vaccino induce un livello di neutralizzazione del virus circa 25 volte maggiore, dopo una singola dose, rispetto ai vaccini standard" ha aggiunto Weissman, secondo il quale il nuovo farmaco potrebbe rappresentare “una strategia promettente per la lotta globale contro zika”. Una battaglia che prima dovrà però passare attraverso i test clinici sugli esseri umani, che secondo i ricercatori dovrebbero iniziare entro 18 mesi.

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