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Agente caso Omerovic al gip: Non l'ho picchiato né legato

Lazio
©Ansa

Nuovi dettagli emergono sul caso del 36enne precipitato dalla finestra di casa sua lo scorso 25 luglio, con l'agente di polizia che si difende davanti al gip: "Nessuno schiaffo nè urla contro Hasib"

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Ha negato ogni accusa davanti al gip A.P., l'agente di polizia del commissariato di Primavalle ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul caso di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra il 25 luglio scorso. Pellegrini, accusato del reato di tortura, nel corso dell'interrogatorio di garanzia oltre a negare di avere picchiato e legato Omerovic ha riferito che quando è caduto dalla finestra il poliziotto più vicino, pur stando in un'altra stanza, era proprio F.F., l'agente che ha collaborato con gli inquirenti.

La versione della difesa

Nel corso dell'interrogatorio l'indagato, secondo quanto riferiscono i difensori dello stesso, ha negato qualsiasi forma di violenza respingendo le contestazioni che gli vengono mosse. L'agente ha riferito che gran parte delle dichiarazioni fatte da Fabrizio Ferrari - agente che con la sue affermazioni ha collaborato con gli inquirenti- non corrispondono alla verità. "Ha fermamente negato tutte le azioni che gli sono state contestate, ovvero di non aver mai tirato schiaffi o urlato contro Hasib - spiega l'avvocato- e anche dopo le domande poste a chiarimento delle sue dichiarazioni ha precisato una cosa ovvia e logica: se io lo dovevo legare il ragazzo non avrei usato il fil di ferro, ma lo avrei ammanettato'".  

"Intervento svolto in piena legalità"

Anche l'altro agente indagato, A.S., ha negato le accuse affermando che: "L'intervento a Primavalle si è svolto in piena legalità", accusato di falso in relazione all'annotazione di servizio redatta dopo l'attività svolta in casa di Hasib Omerovic, il poliziotto è stato sentito oggi dal gip e  ha spiegato che nel corso della perquisizione sono state osservate: "Le norme a cautela dei soggetti da identificare", dichiarandosi estraneo ai fatti. L'agente ha spiegato che: "Non ci sono stati coltelli branditi o polsi legati né sono state commesse torture". Per lui e per l'altro agente accusato di falso la procura ha sollecitato una misura interdittiva sulla quale il giudice si è riservato di decidere.