Il sindaco di Rieti replica alle polemiche: "Boia chi molla è un motto non un reato"

Lazio

Cicchetti, ex Msi ora in Forza Italia, ha affermato: "Dobbiamo andare avanti col grido di battaglia che è sempre il solito: Boia chi molla". Una frase pronunciata con enfasi durante un'iniziativa elettorale del candidato per il centrodestra alle prossime amministrative Daniele Sinibaldi (Fdi), e che ha scatenato un'ondata di critiche sul primo cittadino uscente

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"'Boia chi molla' è un motto, radicato nella storia d'Italia, non un indizio di reato. Pronunciarlo in un intervento nel quale si esorta a non desistere un attimo dal fare campagna elettorale rappresenta la conclusione sintetica di un discorso e non è un invito alla sollevazione popolare o alla discriminazione di chicchessia". A dirlo è il sindaco uscente di Rieti, Antonio Cicchetti, dopo la frase pronunciata alla fine di un comizio.

Ruth Dureghello: "Ideologia da condannare"

"'Boia chi molla' non è il grido di battaglia, ma il motto di un'ideologia sconfitta dalla storia da condannare senza ambiguità o fraintendimenti". Così in un tweet la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.

Le parole di Antonio Cicchetti

"La stupidità umana e la malevolenza interessata, associate alla carenza di argomenti politico-amministrativi di contrasto - attacca il primo cittadino di Rieti - hanno creato un inesistente e deplorevole 'caso' destinato a determinare un clima da caccia alle streghe. Inutile, però, ad invalidare l'azione di chi dal 1975, con consenso popolare costante o crescente, partecipa alla vita pubblica cittadina e regionale e ha favorito da amministratore la tolleranza e il dialogo interreligioso". "Ancor più inutile se si tenta di trasferire sul candidato sindaco a Rieti, Sinibaldi, addebiti che, se fossero tali, sarebbero, comunque, imputabili solo a chi scrive", sottolinea riferendosi al candidato per il centrodestra alle prossime amministrative, Daniele Sinibaldi.

La vicenda

Cicchetti, ex Msi ora in Forza Italia, ha detto: "Dobbiamo andare avanti col grido di battaglia che è sempre il solito: Boia chi molla". Una frase pronunciata con enfasi durante un'iniziativa elettorale del candidato per il centrodestra alle prossime amministrative Daniele Sinibaldi (Fdi), immortalata da alcuni video. Il motto, utilizzato negli ambienti della destra politica e neofascista del secondo dopoguerra, ha subito provocato le dure reazioni della sinistra, ma anche di esponenti del Movimento 5 Stelle che condannano fermamente Cicchetti. "Rieti non merita rottame neo fascismo", tuona il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Roberto Morassut stigmatizzando che con lo slogan incriminato "si è aperta la campagna elettorale del candidato sindaco di Fratelli d'Italia di Rieti, all'insegna della tradizione eversiva più bieca della destra neofascista". E di "episodio gravissimo che purtroppo, ancora una volta, dimostra che in questo paese c'è chi insegue nostalgie fasciste", parla il presidente pentastellato della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni, ricordando a questo proposito che è in corso proprio in commissione "l'esame della proposta di legge di iniziativa popolare che vieta la propaganda nazifascista".

Presa di distanze di Fratelli d'Italia

A veder coinvolti Fdi e il suo candidato reatino Sinibaldi, non ci sta però il capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida: "Stupisce che partiti che governano a livello nazionale con Forza Italia, partito del quale Antonio Cicchetti è esponente - sottolinea in una nota -, tentino di coinvolgere in una astrusa polemica il giovane candidato sindaco Daniele Sinibaldi. Antonio Cicchetti non ha mai aderito al nostro partito - sottolinea con forza - e la sua esternazione non è rappresentativa della manifestazione di oggi, ma probabilmente frutto di reminiscenze storiche della sua gioventù che nei Moti di Reggio Calabria ebbe un momento di coinvolgimento emotivo. Nella coalizione che sostiene Daniele Sinibaldi - tiene infine a precisare - le forze democratiche anche civiche sono tutte ben distanti da nostalgismi ed estremismi".

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