Tra le persone indagate dalla guardia di finanza anche l’allora responsabile degli Uffici ‘Disciplina’ e ‘Rotazioni’ del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma e un suo diretto collaboratore, 4 esponenti di un'associazione sindacale di categoria e un gruppo di 7 imprenditori e commercianti
Sono 18 le persone arrestate a Roma dalla guardia di finanza, in collaborazione con gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, perché coinvolte, a vario titolo, nell'indagine sul racket delle autorizzazioni per il commercio su strada con il coinvolgimento di pubblici ufficiali, imprenditori e sindacalisti. Tra le persone arrestate, anche l'allora responsabile degli Uffici 'Disciplina' e 'Rotazioni' del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma e un suo diretto collaboratore, quattro esponenti di un'associazione sindacale di categoria - tra cui M. e D.T., della storica famiglia nota per la sua attività nel settore del commercio ambulante della Capitale – e un gruppo di sette imprenditori e commercianti.
Le accuse
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione del segreto d'ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio.
Le indagini
Secondo le indagini, il gruppo si occupava dell'assegnazione in modo illecito degli spazi destinati a mercati all'aperto, tra cui anche quello storico di Porta Portese. Una organizzazione che pensava a tutto e aveva stilato anche una sorta di graduatoria con prezzario che variava da zona a zona e che poteva raggiungere anche il costo di 700 euro al giorno. Il prezzario aumentava se il banco dell'ambulante era in una zona centrale della Capitale, come ad esempio via Cola di Rienzo o viale Giulio Cesare. Gli inquirenti hanno proceduto oggi al sequestro di circa un milione di euro. Il meccanismo contava sulla "collaborazione" di due ex funzionari comunali, per anni a capo dell'ufficio Rotazioni. Diverse le utilità ricevute dai pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio per le attività illecite: denaro contante, ripetuti pranzi o cene, capi di abbigliamento griffati e abbonamenti annuali per assistere a partite del campionato di calcio di Serie A.
Contestate anche ipotesi di usura con prestiti tra i 2 e i 5mila euro e l'applicazione di tassi d'interesse annui superiori anche al 500%. Dall’inchiesta è emerso inoltre che gli indagati hanno preteso le credenziali Inps e costretto gli ambulanti a chiedere i sussidi Covid per poi farsi consegnare parte del denaro ricevuto per l'emergenza coronavirus.
Un indagato intercettato: "E' tornata la vecchia politica"
"Io so come si tratta il politico, è ritornata la vecchia politica", affermano in una intercettazione due dei sindacalisti arrestati. "Cioè non è che io sono indispensabile per 'sto tipo di trattative - si legge nell'ordinanza che cita l'intercettazione - ma dato che sta gente la conosco da 35 anni, dall'81, penso magari di avere un po' più di malizia vostra e so come si tratta il politico... Guarda parliamoci chiaro, qui è ritornata la vecchia politica".
Il ruolo dell'ex responsabile ufficio Disciplina e Rotazioni del Comune
L'ex responsabile dell'ufficio Disciplina e Rotazioni del Comune di Roma, A.B., sarebbe stato in costante contatto con i due a capo del sodalizio, dai quali avrebbe ricevuto denaro e regali. Il funzionario, a cui spettava il compito di assegnare le postazioni degli ambulanti, sarebbe arrivato, secondo quanto accertato da Guardia di Finanza e Polizia di Roma Capitale, a preparare ricorsi ai quali era il suo stesso ufficio a dover rispondere. "Finché c'è A.B. la categoria non trema", dicono intercettati alcuni imprenditori coinvolti nell'inchiesta. Nell'ordinanza il gip Francesco Patrone scrive che il funzionario "quasi quotidianamente contattava direttamente alcuni commercianti ambulanti per informarli del compimento di atti del Dipartimento, e con la stessa frequenza veniva a propria volta contattato per l'effettuazione di consulenze o pareri che lo stesso A.B. si presta a predisporre anche in contrasto con posizioni espresse dall'Amministrazione comunale ovvero degli stessi atti amministrativi del proprio Dipartimento".
Fiva-Confcommercio: "Tutelare le imprese sane"
"Ripristinare la legalità nel sottobosco opaco del commercio romano su aree pubbliche è necessario e imprescindibile. Per questo e per tutelare le imprese sane, Fiva Confcommercio plaude e condivide ogni indagine in tal senso". Lo afferma Giacomo Errico, presidente della Fiva, l'organizzazione che riunisce i venditori ambulanti, a proposito dell'inchiesta sul commercio di strada romano. "La magistratura stabilirà le responsabilità di ciascuno - prosegue - e non compete a noi giudicare. Tuttavia va rilevato che da tempo Fiva Confcommercio chiede maggiore trasparenza nelle vicende di carattere amministrativo del commercio romano su aree pubbliche soprattutto per quanto riguarda le rotazioni e i posteggi isolati. Abbiamo fiducia nella magistratura. Ci sono migliaia di imprese - conclude Errico - che operano nella legalità. Meritano una immagine migliore".
Confesercenti: "Colpiti ambulanti onesti"
"Se le accuse dovessero essere confermate, ci troveremmo di fronte a un quadro gravissimo di illegalità nel commercio su aree pubbliche della capitale. Una situazione di degrado che colpisce in primo luogo gli ambulanti onesti e in regola, che a Roma ci sono e sono la maggioranza. Ma che vanno protetti con più forza". Così Maurizio Innocenti, Presidente di Anva Confesercenti. "Anva Confesercenti da sempre è in prima linea nel sostegno alla legalità nel settore del commercio ambulante, come dimostrano le nostre puntuali e frequenti denunce di irregolarità e abusivismo; denunce che, purtroppo, sono confermate dall'inchiesta di oggi. L'inchiesta, però, deve essere anche un'occasione per riflettere sulle specificità della situazione romana. Roma non è lo specchio del Paese: nella capitale il commercio ambulante vive una situazione particolarmente difficile, dovuta a una storica mancanza di interventi e all'irregolarità diffusa".
Il ringraziamento della sindaca Raggi
"Grazie a Procura, GdF e Polizia Locale per aver sgominato il racket del commercio ambulante su Roma. Diciotto arresti e il sequestro di 1 milione per estorsioni, minacce, favori. Noi andiamo avanti con il riordino delle bancarelle, in nome di legalità e sicurezza. #ATestaAlta". Così su Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi.
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