Mondo di Mezzo, Carminati contro l’ex difensore: “Sarei rimasto in carcere a marcire”

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Scontro verbale tra l'ex Nar e il penalista Giosuè Bruno Naso durante l'udienza odierna del processo che vede Carminati imputato per il reato di usura. "Devi ringraziare Pignatone e De Cataldo altrimenti saresti rimasto il semplice ladro che eri”, la risposta del legale

Massimo Carminati si è presentato questa mattina in tribunale a Roma per prendere parte all’udienza del filone riguardante l'inchiesta Mondo di Mezzo, che lo vede imputato davanti alla seconda sezione per il reato di usura insieme ad altre 15 persone, tra cui Riccardo Brugia, Roberto Lacopo e Fabio Gaudenzi, coinvolti anche nel procedimento principale. 

Durante una pausa, l’ex Nar ha avuto uno scontro verbale con il suo ex avvocato difensore, Giosuè Bruno Naso. "Se fosse stato per te sarei marcito in galera", ha detto Carminati, tornato libero la scorsa settimana per decorrenza termini dopo 5 anni e 7 mesi di carcere preventivo. Il penalista ha quindi ribattuto: "Devi ringraziare Pignatone e De Cataldo altrimenti saresti rimasto il semplice ladro che eri”.

Le prossime tappe processuali

Carminati, che ha lasciato la cittadella giudiziaria da una uscita secondaria, potrebbe tornare a piazzale Clodio dopo l'estate. Non prima di settembre è previsto, infatti, il nuovo snodo processuale del procedimento principale, dopo la sentenza della Cassazione che ha fatto cadere l'accusa di associazione mafiosa riconoscendo l'esistenza di due organizzazioni criminali distinte dedite anche alla corruzione di pubblici funzionari e amministratori locali. Dopo l'estate sarà fissata l'udienza davanti alla corte d'Appello di Roma per il processo bis di secondo grado che dovrà rideterminare la pena per una ventina dei 32 imputati e il calcolo delle condanne così come disposto dalla Cassazione. Per lui e Buzzi, condannati nel primo processo d'Appello rispettivamente a 14 anni e 6 mesi e 18 anni e 4 mesi di reclusione, la pena dovrebbe essere sensibilmente, abbassata anche alla luce della detenzione preventiva già fatta.

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