Roma, blitz dei carabinieri: 38 arresti, anche ex boss della Magliana. VIDEO

Lazio

Si tratta di Salvatore Nicitra. Risolti anche cinque cold case avvenuti negli anni '80, che si sono verificati nel quartiere romano di Primavalle, a eccezione di uno avvenuto all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa

Operazione dei carabinieri, a Roma, per eseguire un'ordinanza che ha disposto l'arresto di 38 persone, ritenute appartenenti, a vario titolo, a un'associazione a delinquere con a capo Salvatore Nicitra, considerato uno degli ex boss della Banda della Magliana. Per gli investigatori, Nicitra ha, negli anni, monopolizzato l'area a Nord della Capitale, assumendone il controllo con modalità mafiose del settore delle apparecchiature per il gioco d'azzardo. "Io sono un boss, metto macchinette e slot machine dove voglio. Su tutta Roma", le sue parole in un'intercettazione. Poi: "Non ho più bisogno di spacciare droga e non ho bisogno di azioni violente perché sono rispettato da tutti".

Risolti anche cinque cold case

Inoltre, sono stati risolti anche cinque cold case, risalenti agli anni '80, che si sono verificati nel quartiere romano di Primavalle, a eccezione di uno avvenuto all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Si tratta dell’omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. Inoltre, i militari hanno sequestrato beni, mobili e immobili, utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

“Contatti di Nicitra con le forze di polizia”

Secondo gli inquirenti Nicitra poteva contare su "contatti con appartenenti alle forze di polizia". Contatti che sfruttava per essere aggiornato e informato "in anticipo eventuali iniziative giudiziarie sul suo conto", si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip che sul punto afferma che esistono "convergenti indizi". Il 12 ottobre del 2015 Nicitra "si reca presso il Commissariato di Ps di Flaminio Nuovo, senza alcun apparente motivo, dove ha avuto un incontro con un poliziotto evidentemente in servizio presso tale Commissariato, al fine di avere notizie aggiornate su un'eventuale indagine a suo carico". Con questo agente, che utilizzava un'utenza intestata al Viminale, esiste "un rapporto diretto caratterizzato da aspetti personali e familiari, non correlati all'attività istituzionale svolta dal poliziotto". Nicitra, inoltre sempre stando agli atti, avrebbe avuto contatti con un altro agente che nel 2006 ha lavorato al ministero dell'Interno e presso la Camera dei Deputati.  

Il ruolo delle donne

Dalle carte dell'indagine emerge il ruolo delle donne (la madre, la figlia, la convivente e la segretaria) nell'attività illecita. Oggi sono finite ai domiciliari e nei loro confronti i pm contestano i reati di riciclaggio aggravato. Per loro Nicitra era Sergio, il nome utilizzato durante la latitanza. A Rita, la figlia del boss, è attribuito "un ruolo centrale nell'attività di investimento e occultamento delle ricchezze di origine criminale del padre, di cui, essendo incensurata, è sistematico prestanome". Su Chantal Anne Richard, la compagna del boss, i giudici scrivono che è lei, in una intercettazione, a proporre di scappare all'estero in caso di problematiche di natura giudiziaria e di fronte alla prospettiva di un sequestro patrimoniale. La madre di Nicitra, Francesca Inguanta, "è dotata di potere decisionale in virtù del ruolo ricoperto all'interno della famiglia". Infine Monica Lo Savio, la segretaria, è legata al marito Giovanni Nardone, che sarebbe autore di un'operazione di autoriciclaggio a beneficio di Nicitra, con denaro dall'Italia verso la Slovenia.  

Prestipino: "Nicitra figura chiave"

"Questo è uno dei tasselli nella ricostruzione dello scenario criminale di Roma che mancava. Un gruppo che fa capo a un personaggio come Salvatore Nicitra, da sempre uomo chiave delle dinamiche criminali romane". Lo ha detto il procuratore facente funzioni di Roma, Michele Prestipino. Per poi aggiungere: "Siamo ancora una volta in presenza di un gruppo in grado di svolgere le attività con il metodo mafioso. Noi cerchiamo di intervenire sia con misure cautelari personali sia patrimoniali. Questo contribuisce a dare forza all'azione di contrasto alla presenza della criminalità organizzata a Roma". Così anche il colonnello dei carabinieri, Lorenzo D'Aloia: "Due anni di indagini nei quali il carisma criminale di Nicitra è emerso in maniera palese. Molti soggetti sono arretrati alla luce del suo spessore criminale nel campo delle slot-machine. Anche alcuni personaggi, napoletani e calabresi, hanno tentato di immettersi nel suo business, ma poi hanno deciso di tornare sui loro passi. In un caso, per un locale nella zona di Maccarese, gli uomini di Nicitra sono dovuti passare alle vie di fatto dando alle fiamme la struttura dove un negoziante voleva installare delle slot machine a poca distanza da un locale gestito dal gruppo criminale".

Chi è Salvatore Nicitra

Per gli inquirenti, Salvatore Nicitra è "il re di Roma Nord". Il suo lungo percorso, secondo quanto ricostruito in passato dai carabinieri, nella "mala" capitolina affonda negli anni '80 durante i quali si ritaglia un ruolo di primo piano nelle attività illecite nel quadrante compreso tra Montespaccato, Aurelio, Primavalle, Cassia e Monte Mario. Nel giugno del 1993 mentre Nicitra è in carcere per accuse di mafia, scompaiono il fratello Francesco e il figlio Domenico di 11 anni. Della sorte dei due non si avranno più notizie. Nel processo alla banda che ha insanguinato Roma oltre 30 anni fa, i giudici lo descrivono così: "Nicitra, siciliano, con trascorsi di rapinatore già amico di Franco Giuseppucci e referente di Enrico De Pedis (in arte Renatino), per la commercializzazione della droga nella zona di Primavalle, il quale per la capacità di gestire - scrive il giudice istruttore Otello Lupacchini - il gioco d'azzardo venne anch'egli arruolato nella banda per la conduzione di circoli privati". In sostanza Nicitra "è personaggio di spicco dell'organizzazione (Banda della Magliana ndr) capace di esercitare e godere notevole ascendente nei confronti dei consociati. Non ha disdegnato, in passato, di ricorrere a minacce, intimidazioni e violenze nei confronti si siano opposti alla sua volontà". Un'attività malavitosa andata avanti per anni e riemersa, dal punto di vista investigativo, nel giugno del 2018 nell'indagine relativa al gruppo criminale dei Gambacurta, guidata dal boss "zio Franco", attiva nella zona di Montespaccato e Primavalle, il regno di Nicitra.

Le intercettazioni

"Con l'età mi sono addolcito ma io non ero così non pensare… dovevi abbassare la testa quando parlavi con me! Me la comandavo proprio qua da queste parti a Roma Nord, comandavo tutto e tutti mi davano i soldi a me", afferma Nicitra in un'intercettazione finita nell'ordinanza. "Io avevo le case da gioco più importanti di Roma e di Italia - racconta non sapendo di essere intercettato – Con i soldi che guadagnavo neanche il casinò li guadagnava. Avevo le case da gioco con ville e con i camerieri con i guanti bianchi, con i vestiti neri: guadagnavo 100 mila euro a notte. Ora è finito tutto, ho quasi sessant'anni… ma cosa vuoi fare… certo sono rispettato e dove vado mi rispettano tutti, le porte si aprono e tutto quanto però non vado cercando niente più".

Guerini: "Vittoria della legalità"

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha voluto ringraziare i carabinieri: "Il mio più grande apprezzamento ai carabinieri del Comando provinciale di Roma. Complimenti per l'operazione condotta oggi, un'altra vittoria della legalità contro la criminalità organizzata. Un presidio quotidiano, il vostro, nelle realtà più difficili del Paese, grazie per lo straordinario impegno che rende tutti noi orgogliosi".

Raggi: "Uniti contro la criminalià e il gioco d'azzardo"

Un ringraziamento, via Twitter, ai carabinieri e alla Procura della Capitale giunge anche dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che nell'esprime soddisfazione per l'arresto di 38 persone che "imponevano con metodi mafiosi le loro macchine slot a commercianti romani", ha invitato le istituzioni a restare "unite contro criminalità e gioco d'azzardo. #FuoriLaMafiaDaRoma #NoSlot", ha scritto Raggi.

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