Roma, folla per l’ultimo saluto a Piero Terracina

Lazio
Il corteo (ANSA)

È stata celebrata oggi pomeriggio, davanti alla lapide che ricorda i 2091 ebrei romani vittime delle deportazioni naziste del cimitero israelitico del Verano, la cerimonia funebre per uno degli ultimi superstiti di Auschwitz, scomparso ieri a 91 anni 

Si è svolta questo pomeriggio, al cimitero israelitico del Verano, a Roma, la cerimonia funebre per Piero Terracina, uno degli ultimi superstiti di Auschwitz, morto a 91 anni ieri nella Capitale (FOTO - VIDEO). Al rito, celebrato davanti alla lapide che ricorda i 2091 ebrei romani vittime delle deportazioni naziste, hanno partecipato diversi esponenti della comunità ebraica romana e della società civile, tra cui il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni e la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
Alla cerimonia hanno preso parte anche l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, e Sami Modiano, ebreo romano ex deportato e grande amico di Terracina: “Ci siamo conosciuti nel campo di Birkenau e da allora siamo andati avanti facendoci forza a vicenda”, ha detto, visibilmente commosso, Modiano. “Gli avevo promesso che sarei andato avanti nel tenere viva la Memoria e così farò finché potrò”.

Lungo applauso al passaggio del feretro

Prima dell’arrivo al cimitero, il feretro ha sfilato in via del Tempio, nel cuore del ghetto ebraico, dove a rendergli omaggio c’erano diverse personalità di spicco, tra cui la sindaca di Roma, Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e le parlamentari Mara Carfagna e Marianna Madia, oltre a tanta gente comune. Una volta transitato il feretro, dalla folla si è levato un lungo applauso.

Il ricordo del rabbino capo Di Segni

A raccontare un aneddoto di qualche anno fa su Piero Terracina, come esempio di uomo che aveva "grande dignità e rispetto", è stato il rabbino Di Segni, ricordando che "durante un concerto strumentale di musica ebraica, con un vasto pubblico e membri della comunità ebraica, partì l'inno alla speranza dello Stato di Israele e in fondo alla sala il primo ad alzarsi in piedi fu proprio Terracina: un gesto che indusse anche gli altri a fare la stessa cosa". Di Segni ha anche annunciato un premio alla sua memoria, che verrà assegnato a un bambino e a una bambina capaci di dimostrare la migliore preparazione in occasione del Bar Mitzvah. Questo perché Terracina, deportato quando era un ragazzino, "è appartenuto a una generazione che non ha potuto celebrare il Bar Mitzvah”.

Segre: "Preoccupati che tutto sarà dimenticato"

Nel giorno dell’ultimo saluto a Terracina, della sua scomparsa è tornata a parlare anche la senatrice a vita Liliana Segre, la quale si è detta preoccupata che un giorno la Shoah possa venire dimenticata. "Man mano che scompariamo tutti, quei pochi, pochissimi che restano, sono sempre più soli e sono sempre più preoccupati che tutto sarà dimenticato e che tutti i morti, saranno morti invano", ha dichiarato ai microfoni di Rai Radio 1. "La morte di Piero non credevo che sarebbe avvenuta molto presto - ha aggiunto -. Ci incontravamo molte volte a testimoniare davanti a centinaia di ragazzi. Eravamo tutti e due persone positive. Eravamo come due fratelli. C'era una fratellanza profonda, di intenti. Purtroppo non sono ottimista: nel senso del ricordo della Shoah. Temo che quando saremo morti tutti, vittime e carnefici, la storia si potrà cambiare e i negazionisti possano avere vinta una loro partita", ha concluso.  

In Senato un minuto di silenzio

L’Aula del Senato ha voluto ricordare oggi pomeriggio Piero Terracina con un minuto di silenzio, a cui ha fatto seguito un lungo applauso.

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