Roma, rifiuti: si dimette Cda Ama, Raggi nomina amministratore unico Stefano Zaghis

Lazio

La decisione delle dimissioni è stata presa a causa della "assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare situazioni di criticità", si legge in una lettera alla sindaca

A seguito delle dimissioni del Consiglio d'amministrazione di Ama, l'azienda municipalizzata dei rifiuti della Capitale, "la sindaca di Roma Virginia Raggi ha individuato nella persona del dott. Stefano Zaghis il nuovo amministratore unico di Ama spa", fa sapere il Campidoglio "La sindaca ha dato mandato agli uffici di avviare la procedura per la nomina".

Le dimissioni

La decisione è stata presa a poco più di 100 giorni dall'insediamento della presidente Luisa Melara, dell'amministratore delegato Paolo Longoni e del consigliere Massimo Ranieri. Nei giorni scorsi fra l'azienda e il Campidoglio vi è stato uno scontro dovuto al nodo del bilancio 2017 di Ama, una questione che aveva già portato alle dimissioni dell'ex consiglio di amministrazione presieduto da Lorenzo Bagnacani e dell'assessore Pinuccia Montanari. Tuttavia, ha specificato il Cda in una lettera alla sindaca Virginia Raggi per motivare le dimissioni, "a spingerci ad adottare la decisione non è la vicenda del bilancio ma è il tema, assai più grave, che verte esclusivamente sulla assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare situazioni di criticità riscontrate su più piani". 

La lettera del Cda dimissionario

"Tale inerzia viene stigmatizzata perché le emergenze di Ama e la corretta esecuzione dei servizi senza la partecipazione di Roma Capitale, con qualità di interventi e tempi di risposta compatibili e coerenti con la situazione critica emergenziale presupposta, non possono essere affrontate e risolte", scrive ancora il Cda nella lettera alla sindaca. "Sembra di percepire da tale incomprensibile atteggiamento da parte di Roma Capitale" che il Campidoglio "consideri Ama non una propria emanazione bensì un soggetto privato antagonista del pubblico interesse con l'ulteriore paradossale considerazione che il denaro dato ad Ama sia sottratto dai fini pubblici". "Da parte nostra - proseguono il presidente Luisa Melara, l'ad Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri - è venuta meno la necessaria fiducia nel Socio Unico di Ama Spa".  
Secondo il Cda non c'è "stata alcuna forma di fattiva e concreta collaborazione fino al punto in cui sono diventate difficili le stesse comunicazioni". "Nonostante il progressivo isolamento a cui questo consiglio, nominato da Roma Capitale è stato confinato da Roma Capitale stessa - aggiunge il Cda - questo consiglio si è messo al servizio dell'amministrazione dell'azienda e della cittadinanza attesa la gravissima situazione riscontrata sui servizi, sulle operatività aziendali, gestionali e reputazionali, ben oltre il quadro prospettato prima dell'accettazione incarico". "Nei 104 giorni di mandato abbiamo posto in essere azioni tese a normalizzare l'azienda", spiega il Cda dimissionario rivendicando tra l'altro la predisposizione degli atti dell'ordinanza regionale, il patto con sindacati per il rilancio dell'azienda, il monitoraggio del piano raccolta, la predisposizione del terzo bilancio e del piano di assunzioni e la presentazione della denuncia con le richieste nei confronti degli impianti privati per ottenere aperture dei flussi necessarie per affrontare il ritorno delle criticità relative ai rifiuti a settembre e la riqualificazione del Tmb Salario anche come polo culturale.

La replica dell'assessore al Bilancio di Roma

"Roma Capitale non ha mai fatto mancare il proprio sostegno finanziario e amministrativo ad Ama Spa". Così in una nota l'assessore al Bilancio e al Coordinamento strategico delle società partecipate di Roma Capitale, Gianni Lemmetti. "Gli uffici capitolini - aggiunge - stanno regolarmente liquidando le fatture del contratto di servizio presentate dall'azienda nell'ambito dei rapporti di compensazione. Non c'è alcuna ragione, quindi, per paventare una crisi aziendale derivante da un presunto mancato sostegno finanziario del Comune. Su questa linea l'Amministrazione Capitolina continua a svolgere la propria attività di controllo e vigilanza: la regolarità e correttezza dei bilanci dell'azienda è il presupposto per garantire la solidità di Ama e tutelare i tanti lavoratori che ogni giorno sono impegnati per assicurare i servizi alla città", conclude l'assessore.

La mancata approvazione del bilancio 2017

Sabato scorso il Campidoglio ha precisato di non avere intenzione di approvare "un bilancio redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune". Al centro del contendere vi sono 18 milioni di euro relativi ai servizi cimiteriali che il vecchio management, prima della giunta Raggi, aveva considerato come un credito vantato dall'azienda rispetto al Comune. Un debito che però il Campidoglio ritiene di non avere. Attraverso un 'compromesso contabile', il Cda dimissionario ha inserito la somma contesa in una sorta di 'fondo rischi'. Una mossa che non è servita a evitare la rottura con l'amministrazione comunale. "Sono soldi dei cittadini romani - aveva specificato il Campidoglio in una nota - che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione. Soldi che dovevano essere restituiti ai cittadini e quindi ritornare nelle casse del Comune per poter essere gestiti nell'interesse pubblico, così come Ama aveva riconosciuto nel 2017 riversandoli all'Amministrazione. Non risulta dunque alcun credito che possa essere vantato da Ama su tale somma".

Sesto cambio in tre anni

Si tratta del sesto cambio in tre anni nella governance dell'azienda. Con l'arrivo della giunta pentastellata in azienda siedeva Daniele Fortini, dimessosi dopo un duro scontro con l'allora assessore all'ambiente Paola Muraro. Fu poi nominato Alessandro Solidoro, che lasciò l'incarico nel 2016. Poi fu la volta di Antonella Giglio, alla dirigenza fino al 2017, seguita da Lorenzo Bagnacani che lasciò proprio dopo uno scontro durissimo sul bilancio e il credito di 18 milioni sui servizi cimiteriali. Subito dopo il cda presieduto da Bagnacani fu nominato amministratore unico pro tempore il dirigente Massimo Bagatti. Un incarico temporaneo, durato circa un mese e mezzo, affinché l'amministrazione avesse il tempo di reperire i nuovi amministratori della partecipata, che si sono dimessi oggi.

Sindacati: "Ritiriamo firma sull'intesa"

"Niente da fare. Seconda assemblea dei soci andata deserta in una settimana. Dopo due anni e mezzo AMA è ancora senza il bilancio consuntivo 2017, mentre sul piano operativo e dei flussi, oltre al vittimismo, non vediamo nulla di concreto. Le dimissioni dell'ennesimo nuovo Cda di AMA portano l'azienda a un passo dal baratro". È quanto si legge in una nota di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel, dopo l'ennesima mancata approvazione del bilancio consuntivo di AMA e le dimissioni dei vertici aziendali. "Visto il mutismo della Sindaca Virginia Raggi - aggiungono i sindacati - non possiamo che prendere atto dell'evaporazione dell'esperienza della Cabina di Regia istituita con il protocollo dell'8 luglio e ritirare la nostra firma. Non ci prestiamo a questo gioco sulla pelle dei lavoratori". "L'assemblea cittadina del 15 ottobre - concludono Fp Cgil, Fit Cisl, Fiadel Roma e Lazio - sarà solo il primo passo di una vertenza necessaria ad evitare che la mancanza di responsabilità del Campidoglio venga pagata dai cittadini e dai lavoratori, che vengono per l'ennesima volta lasciati in balia di eventi ormai inspiegabili".

Le parole del presidente del III Municipio, Giovanni Caudo

"Da Roma Capitale dipende l'erogazione dei servizi e da chi ha la responsabilità della gestione delle partecipate: la sindaca e l'assessore che ne ha la delega - scrive Giovanni Caudo, presidente del III Municipio di Roma, in una nota -. Loro assicurano le condizioni perché gli organi di governo delle partecipate possano gestire e attuare il servizio: servire i cittadini". "E invece - prosegue Caudo - assistiamo proprio in queste ore all'ennesimo atto di ostilità di Roma Capitale nei confronti del nuovo CdA di Ama, eletto da pochi mesi dalla stessa amministrazione che poi assurdamente non crea le condizioni per farlo lavorare". "La città - aggiunge il presidente - è in continua emergenza rifiuti. Lo è da anni, anche quando funzionava il TMB del Salario. Come si fa a non ascoltare il grido di dolore che sale dalla città, e pensare di scaricare sugli operai dell'AMA, sui cittadini poco diligenti e anche sui Municipi, i disservizi provocati da questa cattiva gestione?". "I cittadini si aspettano - prosegue ancora Caudo - che la sindaca metta in campo tutta la sua autorevolezza per assicurare ad Ama l'approvazione del bilancio del 2017 e far partire di fatto la nuova gestione con i nuovi componenti del CdA nominati da lei stessa pochi mesi fa".

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