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Roma, aggredì clochard che poi morì: condannato a 15 anni in appello

Lazio
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

In primo grado, l’aggressore fu condannato a 17 anni. La riduzione della pena è motivata col fatto che in appello è stata esclusa l'aggravante dei futili motivi per la sola contestazione delle lesioni. I fatti risalgono a luglio 2017 

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Marius Gabi Putanu, 33enne romeno senza fissa dimora, accusato di aver picchiato un clochard che poi perse la vita in ospedale a causa delle botte subite e di aver aggredito una donna, è stato condannato dalla prima Corte d'assise d'appello a 15 anni di reclusione per omicidio aggravato e lesioni personali. Si tratta di una riduzione di due anni della pena inflitta in primo grado dal Gup, che lo aveva condannato a 17 anni, motivata col fatto che in appello è stata esclusa l'aggravante dei futili motivi per la sola contestazione delle lesioni.

Le aggressioni avvenute a luglio 2017

La vicenda risale al 7 luglio 2017, quando alcuni agenti intervennero in seguito all'aggressione di una donna la quale, mentre si trovava nella zona di San Giovanni in compagnia di un'amica, fu colpita senza motivo da un uomo che al contempo la invitò a non denunciare i fatti. Quasi contemporaneamente, un panettiere riferì agli agenti impegnati nelle ricerche dell’aggressore di aver visto, circa un’ora prima, un uomo sferrare diversi pugni ai danni di un senzatetto, identificato in Hamid Nowruzi, che si trovava a terra. Portato in ospedale, morì due mesi dopo. Putanu fu individuato grazie alle testimonianze della donna e del clochard. Sottoposto a fermo, l’uomo si avvalse della facoltà di non rispondere davanti al Gip. Quando Nowruzi morì ci fu il cambio d'imputazione: dal tentato omicidio inizialmente contestato al finale omicidio volontario.