Roma, chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero

Lazio
Massimo Ferrero (ANSA)

Ferrero è accusato di appropriazione indebita, autoriciclaggio e utilizzo di fatture false. A rischiare il processo anche la figlia, il nipote e due manager

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, accusato di appropriazione indebita, autoriciclaggio e utilizzo di fatture false. A rischiare il processo sono anche la figlia dell'imprenditore, Vanessa, il nipote Giorgio e due manager, Marco Valerio Guercini e Andrea Diamanti. L'udienza davanti al gup è fissata per il prossimo 20 settembre.

Le motivazioni

Nella richiesta di rinvio a giudizio si legge che Ferrero e la figlia "in concorso tra loro e con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per procurare alla società Vici srl un ingiusto profitto, si appropriavano indebitamente di parte delle somme accreditate con bonifico estero" per la vendita il 17 giugno 2015 del calciatore Pedro Obiang, per un totale che supera il milione di euro. 

Il sequestro dei beni nel 2018

L'indagine, svolta dalla guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dal sostituto Maria Sabina Calabretta, il 28 novembre 2018 aveva portato a un sequestro di beni per 2,6 milioni di euro. Circa un mese dopo, il Tribunale del Riesame aveva parzialmente annullato il decreto, disponendo la restituzione dei beni agli indagati.

Le indagini

Le indagini erano partite dall'analisi di una serie di transazioni finanziarie anomale da parte delle società del gruppo Ferrero. Il denaro sarebbe stato distratto attraverso l'utilizzo di fatture false emesse da una società riconducibile al patron, anche se amministrata da un altro soggetto; soldi successivamente riutilizzati sia per sanare debiti di altre imprese del gruppo, sia per finanziare un film prodotto da altre due società, sempre riferibili al presidente della Sampdoria. I magistrati della Capitale contestano a Ferrero "le aggravanti di aver cagionato alla Uc Sampdoria spa un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto abusando di relazioni d'ufficio". In base all'impianto accusatorio, infine, viene contestato a Massimo e Vanessa Ferrero, insieme con Andrea Diamanti, di avere, "con artifizi e raggiri", simulato un rapporto di lavoro subordinato tra il presidente della Sampdoria e le società Vici srl e con Cgcs srl. Per i sarebbero state "strumentalmente" prospettate "rivendicazioni del tutto infondate legate alla natura del rapporto tra Massimo Ferrero e le predette società".

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