Roma, abusi in comunità di recupero per minori: una condanna a 13 anni

Lazio
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)

Le violenze si sarebbero consumate tra il 20 marzo e l'8 aprile 2016. Per gli stessi fatti due minori sono stati giudicati dal Tribunale per i minorenni e condannati in via definitiva a 9 e 8 anni di reclusione

Un 21enne, Hamid Hrustic, è stato condannato oggi, giovedì 4 aprile, in appello a 13 anni di reclusione con l'accusa di atti persecutori, violenza sessuale di gruppo e lesioni. Vittime di tali violenze sarebbero alcuni minorenni, vessati, umiliati e seviziati, bruciati sul volto con cicche di sigarette e costretti a subire abusi sessuali. I fatti si sarebbero svolti dal 20 marzo all'8 aprile del 2016 in una comunità romana di recupero per giovani sottoposti a misura cautelare. Per gli stessi fatti due minori sono stati giudicati dal Tribunale per i minorenni e condannati in via definitiva rispettivamente a 9 e 8 anni di reclusione.

I fatti

Fu una delle vittime a denunciare i fatti alle forze dell'ordine; insieme a un compagno d'istituto, il giovane raccontò di quel mese di abusi, sfociati anche in umiliazioni corporali e psicologiche. A causa delle violenze i due erano finiti in ospedale con lesioni gravissime. Successivamente la polizia si recò nella comunità e individuò una serie di prove. Ad incastrare gli aguzzini - secondo quanto si apprese - fu un'unica foto non cancellata da un telefono cellulare; ritraeva uno dei tre arrestati mentre, sorridente, puntava il coltello al collo di una delle due vittime accertate. In primo grado il 21enne era stato condannato a 16 anni e otto mesi di reclusione. La pena è stata lievemente ridotta per la diversa rubricazione della principale imputazione di riduzione in schiavitù.  

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