“Marcia per il clima”, in piazza a Roma contro le grandi opere

Lazio
La "Marcia per il clima" a Roma (ANSA)

Al corteo sono presenti organizzazioni studentesche, associazioni e movimenti come i No Tav, i No Triv, i No Tap e i cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell'Ilva  

"Marcia per il clima contro le grandi opere inutili e contro le devastazioni ambientali". È la scritta che si legge sullo striscione che apre il corteo “Marcia per il clima”, partito da piazza della Repubblica e approdato a piazza San Giovanni a Roma. A distanza di una settimana dagli scioperi per il clima, tenutisi in tante città italiane e nel mondo, in migliaia - 150mila secondo gli organizzatori - oggi sono arrivati da tutta Italia e sono scesi di nuovo in piazza. Presenti studenti, associazioni e movimenti come i No Tav, i No Triv, i No Tap, i cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell'Ilva e un centinaio di ciclo-attivisti partiti da Marghera domenica scorsa. "Oggi siamo qui per unire le battaglie di coloro che stanno lottando per migliorare il mondo in cui vivono. Non siamo qui per manifestare a favore del nostro cortile, perché il nostro cortile è il mondo intero", spiega Tommaso Cacciari di Venezia che fa parte del comitato No grandi navi.

Le organizzazioni studentesche

"Le Grandi Opere inutili sono parte di un sistema economico insostenibile da abbattere", così Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, che ha poi aggiunto: "La nostra generazione ha iniziato una rivolta per salvare il nostro futuro, denunciando tutte le attività inquinanti che concorrono al disastro ambientale: vogliamo cambiare il sistema, non il clima. Dalle scuole e dalle università continueremo a organizzare mobilitazioni per rivendicare un sistema economico sostenibile e un'immediata politica di abbattimento dei danni all'ambiente in ogni attività produttiva. I partiti hanno dimostrato di non voler andare oltre la retorica, perciò continueremo ad occupare le piazze finché non vedremo un cambio di passo reale".

I No Tav in corteo

Al grido di “C’eravamo, ci siamo e ci saremo” sono molti i No Tav, che stanno sfilando nella Capitale. "Dalla Val di Susa sono arrivati otto pullman, centinaia di persone in treno e in macchina perché vogliamo manifestare ancora una volta per dire il nostro no a questa opera inutile', spiega Lele Rizzo, del movimento No Tav. "Siamo qui perché abbiamo capito che per salvare il clima non bisogna devastare i territori e spendere i soldi inutilmente. Adesso abbiamo due mesi di stop istituzionale ma le nostre iniziative continueranno. La montagna non si buca", gli fa eco Anna di Bussolengo.

Il grido degli operai dell'Ilva: "Taranto libera!"

Alla marcia hanno preso parte anche alcuni operai dell'Ilva, che hanno intonato ripetutamente il grido 'Taranto libera!'. "Noi siamo l'esempio di una grande opera inutile e ne subiamo ogni giorno da anni le conseguenze - spiega Raffaele, operaio all'Ilva - Siamo sotto ricatto occupazionale ma siamo in tanti a lavorare all'Ilva e a chiedere che venga chiusa. Non si può morire di tumore e le istituzioni hanno il dovere di salvaguardare la salute dei cittadini". 

In bici da Venezia a Roma

“Siamo ancora in tempo” è lo slogan dei ciclo-attivisti partiti da Marghera domenica scorsa per arrivare a Roma e partecipare alla marcia per il clima e contro le grandi opere. "Siamo passati in tante città come Ferrara, Ravenna, Perugia, Terni e abbiamo incontrato tante realtà sociali. Volevamo mettere la nostra passione per la bicicletta a disposizione di questa marcia - spiega Franz - non c'è tempo da perdere, le lotte ambientali devono avere una prospettiva unitaria insieme a tutte le altre realtà che combattono per salvare il pianeta. In questo senso è bellissima la fusione con il movimento degli studenti".

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