Tangenti ed estorsioni, cinque arresti tra Roma e Frosinone

Lazio
L'operazione dei carabinieri che ha portato all'arresto, tra la provincia di Roma e Frosinone, di cinque persone (ANSA)

Le persone coinvolte sono accusate, a vario titolo, di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un giovane imprenditore di Tivoli

Cinque persone sono state arrestate dai carabinieri tra la provincia di Roma e Frosinone. Sono accusate, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un giovane imprenditore di Tivoli (Roma). Secondo l'accusa, gli arrestati avrebbero agito con intimidazioni attraverso l'uso di armi, e perfino con veri e propri raid presso la sede dell'azienda di proprietà dell'imprenditore.

Le estorsioni

Al centro dell'inchiesta c'è Pio Riggi, consigliere comunale di Ferentino (Frosinone), eletto tramite lista civica. L'uomo aveva chiesto una percentuale del 5% all'imprenditore vittima di estorsione, per un appalto di circa sei milioni di euro che il giovane si era aggiudicato per la costruzione e la gestione di loculi del cimitero del comune laziale. Per convincerlo a pagare, Riggi si sarebbe rivolto a quattro persone, residenti nella Capitale, ritenute vicine a un clan camorristico di Napoli. Con minacce sempre più pressanti, i quattro erano arrivati a chiedere alla vittima circa un milione di euro. Dopo aver pagato una prima tranche di 44mila, il giovane imprenditore ha deciso di non assecondare più le richieste. A quel punto sono iniziate minacce e intimidazioni: gli appartenenti al clan sono arrivati a mettere in atto veri e propri raid nell'azienda della vittima per ottenere il denaro. L'indagine, affidata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino al sostituto Corrado Fasanelli, è partita dopo la denuncia dell'imprenditore, depositata il 4 febbraio scorso. 

Gli arrestati

A finire in manette sono stati Ugo Di Giovanni e Gennaro Rizzo, in passato coinvolti anche nella gambizzazione di un fantino per un debito, avvenuta a Roma nel febbraio 2012, Emiliano Sollazzo, e Luciano Rosa, che per i magistrati è il 'trait d'union' fra il consigliere comunale e gli esponenti del clan. Arrestata anche la sorella di Rosa: durante la perquisizione nella sua abitazione i carabinieri hanno trovato droga. 

Legale della vittima: "Estorsione gravissima"

L'imprenditore vittima dell'estorsione, tramite il suo legale, l'avvocato Enrico Gallinaro, afferma che questa vicenda gli "stava distruggendo la vita. Per mesi mi sono state fatte pressioni fino a farmi diventare vittima di una estorsione gravissima. Sono contento di essermi rivolto ai carabinieri di Tivoli che voglio ringraziare pubblicamente e sono soddisfatto che finalmente la giustizia abbia fatto il suo corso". 

Gip: "Artefice di tutto è Riggi"

"Il vero artefice ed ideatore della condotto estorsiva" è proprio Riggi, secondo quanto scrive il Gip Flavia Costantini nell'ordinanza. Riguardo al consigliere comunale, il giudice afferma che, "sebbene incensurato, il suo ruolo appare fondamentale: grazie a lui l'organizzazione camorristica fagocita un'impresa sana e la asserve ai suoi desiderata; il suo inserimento ormai pluriennale all'interno dell'amministrazione di Ferentino ne garantisce il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte anche per reati di pubblica amministrazione". 

Comune di Ferentino: "Nessuna attività illecita"

"Al momento non è stato evidenziato alcun elemento, comportamento o atteggiamento che possano ricondurre ad attività illecite all'interno della compagine amministrativa comunale", precisa invece l'amministrazione comunale di Ferentino. "Gli eventi e i fatti ad essi connessi contestati dagli organi giudiziari - aggiunge l'amministrazione comunale - allo stato non riguardano in alcun modo i procedimenti amministrativi posti in essere dal Comune di Ferentino al fine di affidare l'appalto in project financing dell'ampliamento del locale cimitero comunale il cui iter andrà regolarmente avanti". L'amministrazione comunale sottolinea, infine, che "pur esprimendo il proprio sconcerto per quanto accaduto, nel contempo prende le distanze da accostamenti e illazioni paventate dalla stampa circa i collegamenti dichiarati, per i quali si riserva, tra l'altro, di ricorrere nelle sedi opportune a tutela della propria immagine e della correttezza dell'operato dell'Ente".

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