Caporalato, migranti in condizioni disumane. Arrestati sindacalista e ispettore lavoro

Lazio
Nell'immagine l'operazione della polizia

A Latina sgominata un'organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro e al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in "condizioni disumane"

A Latina la polizia ha sgominato un'organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro e al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in "condizioni disumane". Sono state arrestate sei persone (due donne), tra le quali un sindacalista e un ispettore del lavoro. Inoltre, ci sono 50 indagati, tra cui imprenditori agricoli, commercialisti, funzionari ed esponenti del mondo sindacale.

Gli arrestati

Le persone arrestate reclutavano e sfruttavano stranieri centrafricani e rumeni, tramite una società cooperativa con sede a Sezze, in provincia di Latina. Gli stranieri venivano trasportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati ed erano costretti ad affrontare una giornata lavorativa di almeno 12 ore a fronte di una retribuzione inferiore alla metà rispetto a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.

L'indagine della polizia

L'indagine ha avuto inizio alla fine del 2017 nell'ambito dell'operazione denominata "Freedom", finalizzata al contrasto del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro. Questi controlli hanno permesso di rilevare la presenza in alcune zone della città, nelle primissime ore della mattinata, di folti gruppi di stranieri in attesa di pulmini per essere trasportati nei campi. Le indagini hanno portato al sequestro di cinque abitazioni, tre depositi, tre appezzamenti di terreno, nove autovetture, 36 tra furgoni e camion, una società cooperativa, quattro quote societarie e numerosi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

Le parole del ministro Salvini

Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, dopo essersi complimentato con la polizia per gli arresti eseguiti a Latina, ha dichiarato: “Un’immigrazione senza regole porta a sfruttamento. Conto che questa brillante operazione sia la prima di una lunga serie, così da stroncare un business che prospera grazie all'immigrazione clandestina e che arricchisce chi la sfrutta" .

Zingaretti: "Grazie a Polizia, nessuna tolleranza"

"Grazie a Polizia di Stato per questa importante vittoria. Abbiamo appena presentato con il Prefetto di Latina un protocollo con le parti sociali: nessuna tolleranza per il caporalato e per lo sfruttamento del lavoro", lo scrive su Twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Cgil: “Ci costituiremo parte civile”

“Siamo sempre più convinti che la legge per il contrasto del caporalato vada non solo difesa ma applicata in tutte le sue parti e in tutti i settori lavorativi. Per questo diciamo forte e chiaro al governo: nessuno tocchi la legge". Così la Cgil e la Flai Cgil di Roma e del Lazio, in una nota in cui si legge ancora “Continueremo le nostre iniziative di contrasto all'illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori senza distinzione di provenienza, etnia o religione nella consapevolezza che l'unica vera differenza risieda soltanto tra chi è ricco e chi povero, chi sfrutta e chi viene sfruttato. Per tutti questi motivi ci costituiremo parte civile nel processo che si avvierà. Questa battaglia non può che vederci schierati con i più deboli e gli emarginati, con i lavoratori migranti e italiani pagati 2,50 euro l'ora a cui il governo, che continua ad alimentare un clima di odio e intolleranza, non offre soluzione alcuna".

La nota dei deputati del Movimento 5 Stelle

"Dopo gli arresti di ieri in Basilicata, oggi un'altra operazione a Latina con 6 arresti e 50 indagati contro il caporalato. È un altro importante passo della nostra lotta contro lo sfruttamento sul lavoro, soprattutto nel settore agricolo". Lo sostengono in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle presenti nelle commissioni Lavoro e Agricoltura alla Camera. "L'Ispettorato del Lavoro, rafforzato dall'attenzione del nostro ministro Luigi Di Maio che ha messo alla guida dell'ente il generale Leonardo Alestra, ha lavorato con la Procura per portare alla luce reati come lo sfruttamento del lavoro, l'estorsione, l'autoriciclaggio, la corruzione e i reati tributari", proseguono i portavoce. "Ringraziamo quanti tra le forze dell'ordine, gli ispettori e la magistratura hanno permesso di smantellare una vera organizzazione criminale e far sentire la presenza dello Stato a tutela dei lavoratori".

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