Preso a pugni nella metro di Roma: pena ridotta ai tre imputati

Lazio
Immagine d'archivio (ANSA)

Il fatto avvenne nel 2016, in un convoglio della Metro B nella stazione di Piazza Bologna. La vittima aveva chiesto ai tre aggressori di non fumare nel vagone 

La prima Corte d'appello di Roma ha deciso per una lieve riduzione delle condanne ai tre giovani che aggredirono Maurizio Di Francescantonio in un vagone della metropolitana di Roma. I giudici hanno inflitto 13 anni e nove mesi di reclusione ad Antonio Senneca, mentre dieci anni di reclusione ciascuno sono stati inflitti a Luigi e Gennaro Riccitiello. Nei loro confronti l'accusa era quella di concorso in tentato omicidio; a Senneca era anche contestato il reato di lesioni nei confronti della madre di Di Francescantonio e di resistenza a pubblico ufficiale. In primo grado, nel novembre dello scorso anno, la X sezione penale del tribunale capitolino aveva pronunciato una sentenza di condanna a 17 anni e 9 mesi per Senneca, e a 14 anni di reclusione ciascuno per i due Riccitiello.

La vicenda

I tre giovani di origini napoletane aggredirono selvaggiamente Maurizio Di Francescantonio il 18 settembre 2016, in un vagone della metropolitana di Roma, picchiando anche la madre di lui, intervenuta in suo soccorso. La violenta aggressione era partita con un ceffone e poi proseguita con calci e pugni, tanto che la vittima fu ricoverata in ospedale. Il fatto avvenne la domenica pomeriggio, in un convoglio della Metro B nella stazione di Piazza Bologna. Di Francescantonio aveva chiesto ai tre di non fumare, rispettando il divieto in vigore: secondo l'accusa fu quella la miccia che scatenò l'aggressione nei suoi confronti. L'unica a difendere il giovane fu la madre che tentò di fargli scudo. Senneca e i due Riccitiello furono identificati grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che, posizionate anche all'interno del vagone, ripresero tutte le fasi della aggressione.

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