Accordo nel Pd, Schlein: "Proporrò Bonaccini presidente"

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Dopo una video-call durata quasi due ore è stato raggiunto l'accordo per proporre Stefano Bonaccini quale prossimo presidente del Partito Democratico all'assemblea che si terrà domenica a Roma

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Dopo una video-call durata quasi due ore è stato raggiunto l'accordo per proporre Stefano Bonaccini quale prossimo presidente del Partito Democratico all'assemblea che si terrà domenica a Roma. "Dopo quello che era successo nei gazebo non ci potevamo proprio permettere di creare divisioni o attriti. Nessuno avrebbe capito", spiega un esponente del Pd vicino a Elly Schlein. Una scelta che fa chiarezza sulla formula "gestione unitaria" che la segretaria dem e il presidente dell'Emilia-Romagna avevano invocato ancor prima della fine del congresso. Con Bonaccini nel ruolo di presidente, che è un ruolo di garanzia, non si potrà più parlare di "minoranza" o di "maggioranza", perché si avrà una guida "unitaria" del partito. Partito che registra oltre 7000 iscritti negli ultimi 4 giorni. Pertanto, si dovrebbe considerare archiviato il metodo tradizionale di divisione degli incarichi per quote di appartenenza.

Le ipotesi alla presidenza dei gruppi di Camera e Senato

In più, sempre per quanto riguarda i futuri assetti organizzativi, si fa presente che sarà difficile sostituire le attuali due donne, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, con due uomini alla presidenza dei gruppi di Camera e Senato: ipotesi probabile potrebbe essere quella di un uomo e una donna. In pole, al momento, restano i nomi di Simona Bonafè, Michela de Biase e Giuseppe Provenzano alla Camera e di Francesco Boccia o Cecilia D'Elia al Senato.

Sul fronte della segreteria, invece, sono in molti a scommettere che un ruolo di primo piano lo avrà Marco Furfaro e che ci sarà almeno un esponente di Art.1, la cui direzione ha dato il via libera alla procedura per rientrare nel partito Democratico. 

"Necessario un rinnovamento"

"Una discontinuità nei comportamenti" dopo le primarie, dalle quali "è arrivato un'importante richiesta di cambiamento", viene intanto invocata dalla coordinatrice degli amministratori della mozione Schlein Stefania Bonaldi che, a Radio Immagina, dice come sia "necessario un ricambio del personale politico, della classe dirigente". Un "rinnovamento" però che "non è una rottamazione: pratica che abbiamo conosciuto in altre epoche e che ha segnato l'inizio del disfacimento del Pd". Risolta almeno in parte la questione organizzativa del nuovo Pd, è ancora nebbia fitta per quella delle alleanze. Il fondatore di Azione, Carlo Calenda, ribadisce di essere ancora "distante" da Elly Schlein perché lei "ha una visione molto ideologica e semplicistica delle cose della vita".

Le critiche

Tra quanti hanno sostenuto Bonaccini al congresso, tuttavia, c'è chi storce il naso davanti alla soluzione trovata. Il ragionamento è che la carica di presidente a Bonaccini, di fatto, potrebbe chiudere la strada a qualsiasi possibilità di entrare in segreteria e di incidere veramente nella gestione del Pd. Meglio, è il ragionamento che viene fatto, cercare di avere ruoli nell'esecutivo dem piuttosto che accettare una sola

carica, seppur di peso. E, perché no, cercare di ottenere anche la presidenza di un gruppo parlamentare. 

elly schlein

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