Regionali, Prodi: "I leader non parlano più con le persone"
L'ex premier Romano Prodi, in un colloquio con La Stampa, commenta la bassa affluenza registrata finora nelle due elezioni regionali: "Prenda la Lombardia: si può avere più o meno simpatia per questo o quel candidato, ma lì c'è stata una battaglia politica - spiega -. E tuttavia a quanto pare sembra che questa battaglia non sia bastata per tenere la partecipazione su livelli dignitosi". Per Prodi "siamo davanti a due problemi: uno generale, i leader non parlano più con le persone, non le ascoltano e la democrazia è in crisi, perché si sta allontanando dalla gente. In aggiunta bisogna riconoscere che le Regioni non sono nel cuore delle persone! Anche quando sono ben amministrate. E d'altra parte pochi ne conoscono le competenze". In Italia "questo continuo calo lo ritengo abbastanza naturale. La politica fatica ad affrontare e risolvere i problemi nostri, di tutti i giorni. Il distacco cresce perché scarseggiano i mediatori. Vai a votare perché conosci il parlamentare che hai eletto, perché hai idea che ci sia in gioco qualche problema particolare, anche tuo, perché riconosci nell'autorità politica una capacità virtuosa di mediazione. Ecco, non ci sono più mediatori credibili, autorevoli". Quando "comincio ad analizzare i dati, vedo che fanno pochi figli sia i poveri che i ricchi. Se si sta smarrendo il senso della vita e della comunità, perché devo andare a votare? Il problema si sta facendo drammatico". E' in controtendenza tuttavia la percentuale di partecipazione ai congressi di circolo del Partito Democratico: "Il Pd ci prova, gli altri partiti non ci provano neppure. So che a Bologna gli iscritti si sono più che dimezzati, son rimasti i fedeli! Ma almeno il Pd è l'ultimo dei Mohicani - sottolinea -. Ai congressi di Circolo non sono andato, ma alle Primarie ci sarò".