Insegnamento delle armi a scuola, il progetto Fazzolari è un caso: lui smentisce

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio (FdI ) nega quanto riportato dal quotidiano La Stampa. Critiche le opposizioni: secondo Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana l’idea è "singolare e allucinante". Per Alfonso Maria Gallo di +Europa in questo modo si punta a “insegnare ai nostri giovani ad essere dei pistoleri provetti”. Salvini: "Non mi sembra idea illuminata"

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Diventa un caso l’articolo pubblicato su La Stampa e riguardante il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che – secondo quanto scritto dal quotidiano torinese – avrebbe detto queste parole al generale Franco Federici, consigliere militare del presidente del Consiglio: "Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole. C'è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole. Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero. Manca una struttura e un riconoscimento ufficiale". Sempre secondo quanto riportato dalla testata, Federici avrebbe accolto con favore l’idea e avrebbe proposto di “organizzare un incontro” con i vari soggetti interessati. Mentre piovono critiche dall’opposizione, il sottosegretario nega.

La smentita

"L'articolo apparso oggi sul quotidiano La Stampa nel quale si sostiene che io vorrei 'insegnare a sparare nelle scuole' è ridicolo e infondato. La chiacchierata tra me e il generale Federici, consigliere militare del Presidente Meloni, che il giornalista di La Stampa crede di aver carpito come uno scoop, verteva su tutt'altro. La necessità di fornire maggiori risorse per l'addestramento di Forze armate e Forze di polizia e oltre a ciò l'ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto", ha detto il senatore di Fratelli d'Italia. Fazzolari inoltre intende ricorrere alle vie legali contro il quotidiano. Lo fanno sapere fonti vicine all'esponente di Fratelli d'Italia. La querela, spiegano le stesse fonti, fa riferimento proprio all'articolo pubblicato dal quotidiano di Torino.

Le opposizioni: “Messaggio grave”

Il retroscena, pur nettamente smentito, accende comunque le critiche delle opposizioni. Un messaggio "grave", una "destra dal grilletto facile". E ancora: "Un clamore di armi" o "ecco le priorità per la scuola della Meloni" fino a chi si chiede "a quando le adunate del sabato". Il tesoriere di +Europa, Alfonso Maria Gallo, vede l'idea di introdurre come disciplina sportiva scolastica il tiro a segno come qualcosa "per insegnare ai nostri giovani ad essere dei pistoleri provetti. Non ingegneri, non medici, non latinisti, storici o scienziati: pistoleri". "Con tutto il rispetto per la disciplina sportiva del tiro a segno - si chiede anche la capogruppo dem al Senato Simona Malpezzi -, ma davvero la priorità della destra per l'istruzione è insegnare ai ragazzi ad usare le armi? Valditara chiarisca". "Avete scambiato il Governo del Paese per un'assemblea del Fuan?", interviene con un tweet il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano preannunciando sul tema un'interrogazione parlamentare. "Ci mancava il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che propone di incrementare l'insegnamento del tiro a segno nelle scuole: non c'è che dire, una vera e sentita priorità per le famiglie italiane", ironizza il capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera, Matteo Richetti, sottolineando che "la vera emergenza è smettere di sparare stupidaggini perché la legislatura è ancora lunga". "Singolare e allucinante", per il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, l'idea del numero due di Giorgia Meloni che registra sulla scuola "prima l'umiliazione formativa di Valditara, poi l'alternanza scuola-lavoro alle basi militari, ora questo. Il tutto mentre la spesa militare torna a crescere senza freni".

Salvini: "Sparare a scuola non mi sembra idea illuminata"

Sulla vicenda intanto interviene anche il leader della Lega, Matteo Salvini: "Non mi sembra illuminata come idea", ha commentato su Radio Capital. "Con tutto l'amore e il sostegno al tiro sportivo, ai poligoni, alla passione, allo sport e al business, io sto lavorando da ministro per portare l'educazione stradale nelle scuole perché 3.000 morti all'anno sulle strade sono troppi. Più che sparare - afferma Salvini -porterei nelle classi l'educazione stradale, lascerei perdere l'educazione al tiro". 

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