Governo Draghi, la scuola tra le priorità: possibile revisione del calendario scolastico

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Il presidente del Consiglio incaricato avrebbe intenzione di ripartire proprio dall'istruzione con il suo nuovo programma di governo. Si valuta la possibilità di allungare di un mese la permanenza tra i banchi ma anche il potenziamento del corpo docenti

Tra le priorità di Mario Draghi c’è la scuola. Secondo l'ex presidente della Bce, la pandemia ha rubato giorni ai ragazzi e alle ragazze italiani ed è per questo che lo stesso presidente del Consiglio incaricato vuole partire dai temi scolastici nel suo programma di governo. In particolare, tra le proposte ci sarebbe quella di una revisione del calendario delle lezioni (si valuta di allungarlo di un mese, tenendo le aule aperte sino alla fine di giugno) ma anche un forte potenziamento del corpo docenti per assicurare che alla ripresa a settembre i professori siano in cattedra. Questi i temi dei quali Mario Draghi avrebbe discusso con i partiti più piccoli durante il secondo giro delle consultazioni. “La scuola è un punto prioritario. Il presidente ha sottolineato il disagio di apprendimento e anche psicologico che gli studenti hanno subito in questi mesi”, ha spiegato Alessandro Fusacchia, del Centro democratico, dopo il colloquio con Draghi (AGGIORNAMENTI IN DIRETTALO SPECIALE - I POSSIBILI MINISTRI DELLA SQUADRA DI DRAGHI).

La reazione di presidi e sindacati

Sulle indiscrezioni filtrate che riguardano le mosse di Draghi sulla scuola si sono già fatti sentire i presidi: l'idea di allungare, magari fino a luglio, la presenza degli studenti in classe viene accolta con un mix di prudenza e timore mentre sulle "200mila assunzioni" da fare la richiesta è di maggiore autonomia agli istituti. Nello specifico, si chiede di dare ai presidi il potere di assumere o preferire, per avere tutti i docenti in cattedra a settembre. La Cisl, con il segretario Maddalena Gissi, propone il 'doppio canale' (ovvero i concorsi e il servizio) per raccogliere l'invito di Draghi ai partiti a lavorare da subito perché i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico. Il sindacato dei presidi (Anp), guidato da Antonello Giannelli invece, ricorda che sono 800mila i posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti. Per Francesco Sinopoli, a capo della Flc Cgil, "serve una procedura semplificata per l'assunzione dei precari, la conferma dell'organico Covid e un investimento sulla loro formazione.

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