Tra i temi discussi rilancio dell'economia, scuola, vaccini e green economy. I colloqui ripartono domani coi grandi partiti. Mercoledì il turno di parti sociali e autonomie locali. Salvini: "Proporremo modello Bertolaso per vaccinazioni". FdI assicura i voti ai provvedimenti che riterrà giusti. Zingaretti blinda l'esecutivo Draghi e apre al congresso Pd. M5s al voto su Rousseau il 10-11 febbraio per decidere se appoggiare l'ex presidente della Bce
Bonino: "Entrare nell'esecutivo? Io ci sono"
"Di certo non sarei imbarazzata io a sedermi nella squadra di governo con un leghista, sarebbe imbarazzato il leghista che deve cambiare felpe e mascherine". Lo dice la radicale Emma Bonino, ex commissaria Ue ed ex ministra degli Esteri, in un'intervista a Repubblica, parlando di un suo eventuale ingresso nell'esecutivo Draghi. Bonino non esclude di entrare nel governo: "Lasciamolo decidere a Draghi. Io ci sono, noi di +Europa e Azione ci siamo".
Tajani: "Meloni faccia un passo in più"
Il sì di Forza Italia a Draghi nasce soprattutto dall'"identità di vedute" su come affrontare l'emergenza coronavirus. Lo afferma il vicepresidente del partito Antonio Tajani al Corriere della Sera. Parlando della posizione della leader di FdI Giorgia Meloni, Tajani commenta: "Capisco il suo ragionamento, ma io avrei preferito che decidesse di stare dalla parte di tutti gli italiani. È vero che ha affermato che la sua non sarà un'opposizione pregiudiziale a Draghi, ma vorrei che facesse un passo in più". Al presidente incaricato Mario Draghi, riferisce Tajani, "abbiamo esposto le nostre idee su economia, crescita, infrastrutture, accesso al credito, trovandolo in sintonia con noi. Gli abbiamo offerto i nostri piani sul Recovery plan e sui vaccini. E abbiamo indicato le tre riforme prioritarie da fare assieme al Recovery: burocrazia, fisco e giustizia".
Meloni: "È un'ammucchiata e io non mi sento isolata"
Giorgia Meloni non si sente isolata nella scelta di non appoggiare un governo Draghi, "non rispetto agli italiani". Lo spiega in un'intervista al Messaggero pubblicata oggi. Il problema, a suo avviso, "non è Draghi, del cui programma non sappiamo nulla, quanto la sua maggioranza sgangherata, un'ammucchiata che finirà per costringere il premier a continue mediazioni al ribasso". "In democrazia si risponde agli elettori" e "sento il dovere di dare voce a milioni di italiani che rivendicano il loro diritto di votare", afferma. Alla domanda se si senta più coerente di altri, Meloni replica: "Non mi interessano le pagelle. Tutti verremo giudicati dagli italiani". Poi si domanda: "Che cosa farà un governo che si regge su una maggioranza che potenzialmente va da LeU alla Lega?".
Mario Draghi ha lasciato la sua casa a Città della Pieve
Mario Draghi ha appena lasciato la sua abitazione a Città della Pieve. Nel casolare immerso nella quiete della campagna dell'Umbria, il presidente del Consiglio incaricato ha trascorso il fine settimana. Probabilmente impegnato a mettere a punto gli ultimi particolari in vista dei confronti decisivi per formare il nuovo governo.
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Governo, quando partiti avversari hanno fatto squadra per formare un esecutivo
Dopo il primo turno di consultazioni sembra forte l'appoggio a Mario Draghi da parte dei vari partiti italiani. Ma nella storia della Repubblica Italiana ci sono state varie occasioni in cui componenti politiche diverse hanno collaborato: ecco i casi principali. Leggi qui
Consultazioni, giuramento, fiducia: le possibili date del nuovo governo Draghi
Dopo il secondo giro di consultazioni, il presidente del Consiglio incaricato potrebbe riferire a Mattarella entro mercoledì 10 febbraio, o addirittura la sera prima, dopo i colloqui con i partiti. Si ipotizza quindi il giuramento del nuovo esecutivo per venerdì 12. Ecco quali potrebbero essere le tempistiche.
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È iniziato il nuovo turno di incontri tra il premier incaricato, Mario Draghi, e i gruppi parlamentari. Si comincia lunedì 8 febbraio con il gruppo Misto della Camera, la giornata si chiude con il gruppo per le Autonomie (Svp-patt,Uv) del Senato. L'approfondimento
Conte: anche Grillo mi ha chiesto di entrare
"Anche Grillo l'ha detto con generosità: 'ci sentiamo garantiti se ci sarai ancora tu al governo'. Ma sarebbe sbagliato". L'ha detto a quanto si apprende, il premier uscente Giuseppe Conte in assemblea M5s dove ha elogiato la forza dirompente che è stata il Movimento, "voi avete la capacità di rinnovare la politica italiana e insieme abbiamo contribuito a rinnovare anche la fisionomia della Lega e anche quella del Pd. E chi sta con noi beneficia della nostra forza. Per questo dobbiamo essere consapevoli della nostra forza".
Conte: temo presenza Lega ma M5s ago bilancia
"Abbiamo una missione, siamo l'ago della bilancia, siamo il partito di maggioranza relativa che deve far sentire il suo peso. Questo è il punto di partenza. Vito con i capigruppo sta conducendo un confronto molto serrato". Così il premier uscente Giuseppe Conte in assemblea M5s dove aggiunge: "Io temo molto la presenza della Lega" soprattutto per l'utilizzo delle risorse del Recovery. Ad esempio, "dobbiamo vigilare ed evitare che intervengano altri a declinare in altro modo la transizione ecologica, rendendola un mero slogan. Per tutte queste ragioni dobbiamo essere presenti: è difficile in questa fase, dire alcuni non li volgiamo, però ci sono dei margini per cui in modo astuto ci possiamo arrivare" ha aggiunto.
Lezzi (M5s): il governo è tecnico, mio sì solo se elezioni a giugno
"Non può essere definito un governo politico, perché è guidato da un tecnico. A mio avviso in questo governo il M5S starà in minoranza per cui è chiaro che il libro dei sogni che ci stiamo raccontando resterà solo sulla carta. La nostra responsabilità, quella vera, è quella di non sedersi mai e dico mai al tavolo con Berlusconi. Così stiamo suicidando il M5S, io ci sto solo per un governo che vada avanti fino alle elezioni in giugno". Lo ha detto, a quanto si apprende, da alcune fonti parlamentari M5S, la senatrice Barbara Lezzi alla congiunta del movimento. I primi interventi in assemblea hanno invece chiesto con nettezza che il sì al nuovo governo sia votato su Rousseau.
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Il primo giro di consultazioni ha fatto emergere una possibile larga maggioranza per un esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce. Il nodo è capire quanti saranno i tecnici e quanti i politici a capo dei ministeri. Ecco le indiscrezioni e le figure che potrebbero occupare i posti chiave. L'APPROFONDIMENTO
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