Cdm, approvato il “decreto Cio” per rendere autonomo il Coni. Bach a Malagò: “Sono felice”

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Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sull'autonomia del Comitato Olimpico. Il provvedimento arriva alla vigilia del comitato esecutivo del Cio, che ha all'ordine del giorno la questione. L’Italia avrebbe rischiato un provvedimento ai giochi di Tokyo per la violazione dell'articolo 27, al capitolo 4 della Carta Olimpica. Il ministro Spadafora: "Fugato ogni dubbio". Malagò: "Da oggi tutto chiaro, Coni ente indipendente"

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sull'autonomia del Coni. Lo riferisce L’Ansa. Il provvedimento arriva alla vigilia del comitato esecutivo del Cio che ha all'ordine del giorno la questione. "Sono molto felice", ha detto il numero uno dello sport mondiale, Thomas Bach, al telefono con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che da parte sua ha commentato: "Da oggi è chiaro che il Coni è un ente indipendente". Per il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, è stato "fugato ogni dubbio". Con l'ufficializzazione dell'autonomia del Coni, viene scongiurata anche l'ipotesi di sanzioni all'Italia: esclusi dunque sospensione e warning da parte del Cio. 

Malagò al presidente Cio: “Autonomia salva”. Bach: "Sono felice"

Subito dopo l'approvazione del decreto legge, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha informato al telefono il numero uno dello sport mondiale, Thomas Bach. Malagò, che ha interrotto il cda di Milano-Cortina, ha detto al presidente del Cio "la legge è ok, l'autonomia è salva". Entusiasta la risposta di Bach: "Sono molto felice".

Malagò: "Da oggi tutto chiaro, Coni ente indipendente"

"Tutto sistemato? No, ma lasciateci oggi qualche minuto di serenità. Poi da domani con la giusta dignità che la storia del Coni richiede, faremo tutti gli approfondimenti del caso, con la volontà di trovare tutte le soluzioni. Perché chi fa sport non fa contenziosi ma abbiamo dimostrato tutto il coraggio di chi vuole difendere tutti i suoi diritti", ha dichiarato successivamente Malagò in conferenza stampa. "Non voglio fare alcun tipo di polemica - aggiunge Malagò - C'è un lato molto positivo di questa vicenda, finita all'ultimo secondo dei tempi supplementari: è stata chiarita una cosa, che il Coni è da oggi un ente pubblico assolutamente indipendente". "Ci sono stati momenti di conflittualità, ma all'italiana e all'ultimo secondo, sono state mantenute le priorità e non era nulla di scontato - ha spiegato il presidente del Coni -. Stamattina il governo ha convocato un consiglio dei ministri apposta, per questo ringrazio il premier Conte, il ministro Spadafora e gli altri, pur essendoci una crisi di governo. È stata una via crucis, un calvario, sono riconoscente di questo"

©Kyodo/MAXPPP - 30/11/2019 ; Photo taken from a Kyodo News helicopter on Nov. 30, 2019, shows the new National Stadium, the main venue for the 2020 Tokyo Olympics and Paralympics, that was officially completed the same day. (Kyodo)
==Kyodo ( - 2019-11-30, / IPA) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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Ministro Spadafora: "Fugato ogni dubbio"

Del nuovo decreto ha parlato anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: "Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente le norme che sanciscono l'autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ora l'ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione". Poi ha aggiunto: "Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l'Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell'indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019". 

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Cosa rischiava l'Italia per i Giochi di Tokyo

Senza l’autonomia del Comitato Olimpico, l'Italia dello sport avrebbe rischiato un ammonimento, o una pesante sanzione, da parte del Comitato Olimpico Internazionale. Il Coni avrebbe potuto ricevere un provvedimento perché in violazione dell'articolo 27, al capitolo 4 della Carta Olimpica, per mancanza di una legge che faccia riferimento a una "autonomia del Coni". C’era anche il rischio la normale partecipazione degli atleti azzurri i Giochi di Tokyo.

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