Sicurezza, via libera in Cdm al decreto che cancella quelli di Salvini

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Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in occasione della sigla del Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo, Roma, 7 maggio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA/PALAZZO CHIGI/ATTILI

Il governo approva il nuovo testo: introdotto il regime di protezione speciale. Provenzano: "Caduto un muro". Bellanova: "Ripristinate civiltà giuridica e giustizia sociale"

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, a quanto si apprende, al decreto su sicurezza e immigrazione che riscrive i decreti Salvini. Lo si apprende mentre è in corso la riunione del Cdm. Il governo ha confermato l'impianto della bozza di decreto in materia di "immigrazione, protezione internazionale e complementare". Nel corso della discussione tra i ministri di M5s, Pd, Iv e Leu non si sarebbero registrate criticità particolari: passano così, come da accordo di maggioranza raggiunto a luglio, le norme che superano le multe milionarie alle ong e riformano il sistema dell'accoglienza introducendo tra l'altro il regime di protezione speciale. Il dl è stato approvato dopo neanche un'ora dall'inizio del Consiglio. 

Dare cellulare a detenuti diventa reato

Nel testo del dl sicurezza approvato in Cdm, a quanto si apprende, su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede viene introdotto il reato per chi introduce in carcere un cellulare a un detenuto:  la pena va da 1 a 4 anni sia per chi lo introduce sia per chi lo riceve. Nel regime precedente al decreto sicurezza il reato si configurava come illecito disciplinare sanzionato all'interno del carcere. Per chi agevola il detenuto al 41bis nelle comunicazioni con l'esterno (anche di tipo diverso da quelle con cellulare) la pena è invece alzata da 1 a 4 anni a 2 a 6 anni. Nei casi di ipotesi aggravata (ovvero se il reato è commesso da pubblico ufficiale, da incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense) il reato passa 2 a 6 anni a 3-7 anni.

Provenzano: "Caduto un muro"

"Stasera in Italia cade un muro - ha scritto sui social il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano - Ci abbiamo messo un po', un po' troppo, ma ora i cosiddetti decreti sicurezza di Salvini non esistono più. Anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità. "Stasera abbiamo messo fine all'inciviltà dei Decreti in-sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale - ha aggiunto la ministra Teresa Bellanova - Chiudiamo una pagina buia che aveva rigettato nell'ombra e nell'invisibilità migliaia di uomini e donne trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini e privati, insieme all'identità, di quegli strumenti di integrazione e inclusione propri di un Paese civile capace di discernere e di costruire percorsi efficienti ed efficaci di legalità e integrazione a tutto vantaggio della sicurezza dei cittadini". 

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