Coronavirus, Pera: virus non uccida le istituzioni. Non si metta a rischio la democrazia

Politica

L’ex presidente del Senato a Sky Tg24: “Il Parlamento non deve essere chiuso. I decreti sono uno strumento troppo fragile e pericoloso per toccare le libertà”. E aggiunge: “Temo che la diminuzione dei diritti fondamentali lasci delle conseguenze”

Sempre, ma soprattutto in questo momento, è necessario un confronto in Parlamento. Questa, in estrema sintesi, la raccomandazione dell’ex presidente del Senato Marcello Pera rilanciata dai microfoni di Sky Tg24 (L'INTERVISTA INTEGRALEL'ESTRATTO). “Il Parlamento non deve essere chiuso. I decreti sono uno strumento troppo fragile e pericoloso per toccare le libertà”. Appello, quello di Pera, che arriva mentre il presidente del Consiglio Conte annuncia un più ampio dibattito con le opposizioni in vista del decreto di aprile.

L’importanza del dibattito in Parlamento

“Siccome è un momento eccezionale, possiamo dire di essere in guerra, e siccome la nostra Costituzione non prevede situazioni di eccezionalità e poiché noi stiamo erodendo, toccando e limitando alcuni diritti fondamentali fissati dalla Costituzione, che fino a ieri avremmo detto non negoziabili, credo che occorra un dibattito politico molto importante, meditato e sostenuto in Parlamento”, è la premessa di Pera. Per questo motivo, dunque, “raccomando che il Parlamento non sia chiuso, dove aperto non significa soltanto che le porte siano aperte ma devono essere aperti il dibattito politico, l’attività legislativa e quella di controllo”. (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE)

Il senso di responsabilità

Il richiamo dell’ex presidente del Senato è a un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. “Se c’è una drammatica scelta da fare tra la democrazia e la salute pubblica, e sarebbe veramente drammatica se così fosse, allora se ne parli, si dica agli italiani e qualcuno si assuma la responsabilità di una decisione. Questo è importante perché così saremmo tutti coinvolti e anche tutti più responsabili”.

L’intervento di Mattarella

Pera chiede inoltre un intervento del capo dello Stato. Il bilanciamento dei poteri, aggiunge, “non mi pare sia troppo garantito, perché non c’è un coinvolgimento dell’opposizione”. E ancora: “Sappiamo che drammaticamente prendiamo dei provvedimenti d’urgenza, forse necessari, limitando anche la nostra libertà e i diritti per come vengono garantiti dalla Costituzione, ma chi bilancia questi poteri?”. Proprio per questo, sostiene, è necessario un intervento di Mattarella per evitare che i cittadini si sentano soli. “Il capo dello Stato è giustamente considerato una grande autorità morale. Se i cittadini italiani vedessero e sentissero il loro Presidente a rete unificate che fa un discorso a loro favore, dicendo cosa possiamo o non dobbiamo fare e invitandoci a fare qualcosa, saremmo tutti più rassicurati”.

Diminuzione diritti fondamentali e conseguenze

Pera, infine, teme che “la diminuzione dei diritti fondamentali lasci conseguenze”. Noi pensiamo che "tutelare la salute sia più importante delle nostre libertà individuali, però queste misure lasciano traccia, vanno nel tempo e ci si abitua. Se oggi è stata diminuita la privacy, domani si potrebbe fare altrettanto perché non c’è stata una vera discussione e una delimitazione formale, Queste misure lasciano traccia nascosta e la democrazia pian piano si sposta e diventa più autoritaria. Ma autoritaria verso chi? Verso il Presidente del Consiglio che di volta in volta si trova in Parlamento? Io temo la traccia, temo cioè che la diminuzione dei diritti fondamentali lasci delle conseguenze”. 

L’Europa sta fallendo

Non manca un richiamo all’Europa: “Oggi ci stiamo accorgendo che siamo lasciati soli dall’Europa, che di fatto sta fallendo. Un’Unione Europea che dice agli stati nazionali di fare il debito che ritengono opportuno, quindi senza più il Patto di Stabilità, senza Maastricht e senza più Schengen, è un’Europa che fallisce”.

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