Caso Gregoretti, il Senato vota per processo a Salvini. Il leghista ai suoi: "Dite sì"

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"Ora è ufficiale, lo presentiamo", ha detto il vicepresidente vicario di FI, Lucio Malan, parlando dell’ordine del giorno richiesto dal suo partito e da FdI in cui si voterà sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista

L'aula del Senato voterà sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti (COSA È SUCCESSO - LA FOTOSTORIA). A chiederlo è l'ordine del giorno di FI e FdI. "Ora è ufficiale, lo presentiamo", ha confermato il vicepresidente vicario di FI Lucio Malan. Il documento chiederà che si neghi il processo all'ex ministro dell'Interno. Lo stesso Malan ha poi aggiunto: "Abbiamo deciso di presentarlo in coerenza con la posizione tenuta finora e con la proposta del presidente della Giunta delle immunità Gasparri". 

Salvini ai suoi: "Non dite no al processo"

Salvini ha chiesto ai suoi parlamentari, riuniti nel pomeriggio al Senato, di non impedire il processo nei suoi confronti. Secondo quanto si apprende da fonti della Lega, l’ex ministro ha spiegato che il suo obiettivo è avere un chiarimento, in tribunale, sulla legittimità della sua azione. I senatori al completo hanno detto di essere contrari ma il leader del Carroccio ha chiesto di non opporsi, per cui i parlamentari potrebbero astenersi o non partecipare al voto. A fine riunione c'è stato un lungo applauso.

Il documento presentato da Fi e FdI

Il documento sui cui Fi e Fdi hanno lavorato punta a chiedere che i senatori si esprimano con un esito diverso rispetto a quello della Giunta delle immunità che, il 20 gennaio, aveva votato "sì" all'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti. In quell’occasione fu accolta di fatto la richiesta del tribunale dei ministri di Catania, che contesta all'ex responsabile del Viminale il sequestro di persona dei migranti sulla nave militare. Allora la votazione finì con 5 senatori, fra FI e FdI, contrari al processo e 5 leghisti favorevoli, in linea con la richiesta di Salvini di farsi processare. Ma 'vinsero' i no, come succede in caso di pareggio. Ora secondo il regolamento di Palazzo Madama, perché si possa votare in Aula, serve un ordine del giorno firmato da almeno 20 senatori che siano contrari al verdetto della Giunta.

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