Renzi annuncia la scissione dal Pd: "Un bene per tutti". Zingaretti: "Un errore"

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L'ex segretario dem spiega la sua decisione di lasciare: "Il partito è diventato un insieme di correnti, manca visione sul futuro". Si allargherà il consenso al governo Conte, sottolinea. In settimana nasceranno i nuovi gruppi autonomi, con lui circa trenta parlamentari

Matteo Renzi annuncia ufficialmente la scissione dal Pd, la definisce un “bene per tutti” e spiega che i nuovi gruppi parlamentari autonomi che verranno creati “allargheranno la base del consenso parlamentare” al governo Conte bis. L’ex segretario, in una lunga intervista a Repubblica, spiega che “i gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi Pd perché saranno ‘derenzizzati’”. Un annuncio che Renzi nella serata di ieri aveva anticipato al premier Conte in una telefonata in cui l’ex segretario ha assicurato che la sua nuova formazione politica sosterrà “convintamente” il governo. Per il segretario dem Zingaretti si tratta di "un errore". "Ci dispiace - scrive Zingaretti su Twitter -. Ma ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti. Una nuova agenda e il bisogno di ricostruire una speranza con il buon governo e un nuovo Pd" (LE ULTIME NOTIZIE DI POLITICA IN DIRETTA).

"C'è uno spazio enorme per una politica diversa"

Renzi ha poi spiegato ulteriormente la sua decisione con un post su Facebook: "Ho deciso di lasciare il Pd dopo sette anni di fuoco amico e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso". E aggiunge: "La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l'Italia, ma non basta. Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l'Italia e per la nostra Europa. C'è uno spazio enorme per una politica diversa". (TUTTE LE SCISSIONI DELLA SINISTRA - I MEME SU RENZI - LA REAZIONE DI GRILLO)

"Il Pd un insieme di correnti, manca visione sul futuro"

Nell'intervista Renzi afferma che il Pd “è diventato un insieme di correnti, manca una visione sul futuro, e che vuole passare i prossimi mesi a combattere Salvini, non a difendersi dal fuoco amico. Alla Leopolda sarà presentato il simbolo: il primo impegno elettorale le Politiche, “sperando che siano nel 2023”, e le Europee 2024.

Circa 30 parlamentari pronti a seguirlo

I parlamentari che lo seguiranno, annuncia Renzi, “saranno trenta, più o meno”. “Non dico che c’è un numero chiuso, ma quasi”. Renzi spiega poi di non aver nulla di personale con il segretario Zingaretti: “Né lui ha un problema con me”, sottolinea l’ex premier, “abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali”.

La nuova forza politica anche nel governo

La nuova formazione politica di Renzi, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe chiamarsi "Italia del sì". E nascerà anche in seno al governo: ne faranno parte due ministri, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, e due sottosegretari, Anna Ascani e Ivan Scalfarotto. Sembra però che non tutti i fedelissimi, però lo seguiranno: Luca Lotti e Lorenzo Guerini, neo ministro della Difesa, restano nel Pd, in contrasto con la decisione dell'ex leader dem, così come Nardella e altri parlamentari. A nulla sono valsi gli appelli all'unità provenienti in primis dal segretario Zingaretti, ma anche da altri esponenti come Dario Franceschini, Enrico Letta e Luigi Zanda. Alla prossima Leopolda, spiegano i renziani, si traccerà la rotta del nuovo movimento.

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