Incontro al Quirinale tra Mattarella e il premier incaricato, che adesso inizierà il suo giro di incontri con i partiti. “Il mio non sarà un governo contro, ma per i cittadini. Siamo in una fase delicata del Paese, la priorità è la manovra di bilancio”. AGGIORNAMENTI
L'arrivo di Conte al Quirinale: VIDEO
Mattarella a colloquio con Conte
Conte arrivato al Quirinale
Giuseppe Conte è appena giunto al Quirinale dove lo attende il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrebbe conferirgli l'incarico di tentare di dar vita a un governo sostenuto da M5s e Pd.
Renzi: "Salvini esce politicamente di scena"
"Oggi, con l'incarico per formare il nuovo governo, Salvini esce politicamente di scena. Qui non si tratta di rivendicare meriti, ma di constatare un fatto: oggi e' realta' cio' che un mese fa sembrava impossibile. E questo e' un bene per chi crede che la politica sia civilta' e non truce scontro di violenza verbale. Molto e' ancora da fare, molte le contraddizioni, molti i problemi aperti. Ma intanto: Istituzioni 1 - Populismo 0". Lo scrive su Facebook Matteo Renzi.
Calenda: un lutto lasciare il Pd, fonderò un partito
"Ringrazio Nicola per le belle parole, e lo farò in una lettera privata. Ma non torno indietro. Anzi, nella mia lettera chiedero' a lui di ripensarci: c'e' ancora tempo per evitare il peggio. Gli dirò di immaginare cosa accadrebbe, ad esempio, nel caso la piattaforma Rousseau dovesse sbattere la porta in faccia al nuovo governo. Sarebbe la fine del Pd". Lo dice, in una intervista a Repubblica, Carlo Calenda che a proposito del suo addio al Partito democratico, parla di "lutto". "Proprio per la franchezza con cui ci siamo sempre confrontati - fa sapere sul segretario Pd, Nicola Zingaretti - a Nicola dirò anche che la leadership non si può esercitare partendo dal presupposto "tanto le elezioni le perderemmo". Cosi' nasce il governo degli sconfitti e non durera' molto, fornendo tutti gli alibi del mondo alla destra che cosi' si rafforzerà ulteriormente". Calenda annuncia quindi che fonderà un nuovo partito: "Ho ben presente il rischio. Per me si apre un percorso complicatissimo e confesso di non avere alcun piano dettagliato pronto. Sono ancora scosso dall'addio al Pd e la prima cosa che farò sarà di andare nelle feste dell'Unità a spiegare la scelta agli elettori che mi hanno mandato nell'Europarlamento".
Bonaccini: con M5s intese anche locali
"Non credo negli accordi a tavolino, né a desistenze. Sui temi che ho indicato l'Emilia-Romagna ha molto da dire: lavoro, investimenti, scuola, sanita'. La Lega, mi pare molto poco. Il M5S deciderà cosa fare. L'avversario è la Lega: chi vorrà dare una mano, previo accordi sui programmi, e' benvenuto al confronto". Lo dice alla Stampa, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rispondendo alla domanda se siano possibili anche intese locali tra Pd e M5s. Sull'autonomia, Bonaccini aggiunge: "Ho apprezzato che il M5S abbia indicato per il programma di governo anche l'autonomia. La nostra proposta è la più equilibrata e la più capace di unire: non solo Pd e M5S, direi il Paese. Definiamo un percorso per collocare i progetti delle singole Regioni in una cornice nazionale che assicuri ai cittadini i livelli essenziali delle prestazioni, come hanno chiesto anche Di Maio o Bersani, una responsabile solidarieta' tra territori, un passaggio graduale dalla spesa storica ai fabbisogni standard". Intervistato anche dal Quotidiano nazionale, Bonaccini risponde alla domanda se ci sia un terreno comune con i 5 stelle: "Sulla carta si' - afferma -, soprattutto se il programma con cui nascerà il nuovo Governo avrà al centro proprio questi temi. Ma noi non cerchiamo desistenze o accrocchi: ci rivolgeremo a tutti su questi contenuti per battere l'avversario, che e' la Lega, non altri".
Boschi: noi non cerchiamo poltrone, non ritiro querele
"Il bene per il Paese è evitare l' aumento dell'Iva e i pieni poteri a un uomo instabile come l' ormai ex ministro dell'Interno. L'accordo di governo è un mezzo per raggiungere questi obiettivi. E penso che abbiamo dimostrato davvero di anteporre l'interesse del Paese mettendo da parte ogni questione personale e senza chiedere nessuna poltrona". Lo dice al Messaggero, Maria Elena Boschi, del Pd intervistata anche da Il Mattino. "Se non ci fosse stato Renzi - spiega Boschi - oggi avremmo Salvini a torso nudo in tutte le tv italiane a fare campagna elettorale. Vi sembra una garanzia sufficiente?". Sull'addio di Carlo Calenda, commenta: "Amo la moderazione, non il moderatismo, seguendo una celebre battuta di Mino Martinazzoli. Quanto a Calenda: lui ha scelto di dire no al Governo. Noi di dire sì. Mi sembrano due direzioni incompatibili. Le discussioni interne al Pd le faremo il giorno dopo la fiducia al Governo. Prima viene l' interesse dell' Italia, poi il confronto nel partito". Alla domanda se i renziani entreranno nel governo, Boschi risponde: "E' una categoria che fatico a comprendere, quella dei renziani. Molti di quelli che hanno avuto incarichi di responsabilità erano renziani. Poi hanno smesso. Qualcuno è tornato a esserlo di recente, ma non so quanto dureranno. Penso che Zingaretti designerà le donne e gli uomini più adatti. Per molti di noi già sarà una fatica votare la fiducia al Governo coi grillini, impossibile anche farne parte". sulle nomine si limita ad osservare: "L'importante e' mettere al Viminale un professionista capace, non un seminatore d' odio". Sul nuovo commissario Ue, aggiunge: "Ho lavorato con Paolo Gentiloni per quattro anni. Se sara' lui il prescelto penso che sara' una scelta di qualità per l'Italia". Infine, Boschi fa sapere che non ritirera' le querele nei confronti del M5s: "Ovviamente non rinuncio a nessuna causa. Nessun risentimento personale ma sui risarcimenti non torno indietro".
La rassegna stampa
Verso il Conte bis
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Il discorso di Di Maio al Quirinale: accordo con PD per Conte premier
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Matteo Salvini attacca: "Premier indicato dal G7"
Cosa accade adesso
Una volta ricevuto l'incarico da parte del presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio avvia le consultazioni per la formazione del governo. Giuseppe Conte, già in carica per il disbrigo degli affari correnti con il precedente esecutivo dimissionario, per incontrare le forze politiche o, se lo riterrà, le parti sociali o qualsiasi altra aggregazione egli ritenga utile alla elaborazione del proprio programma, potrà scegliere come sede sia Montecitorio, dove normalmente si tengono le consultazioni, o Palazzo Chigi. Assolutamente variabili sono tanto la durata quanto il formato delle consultazioni, che si concludono quando l'incaricato ritiene di essere in condizione di sciogliere la riserva per poi procedere alla formazione del governo. Normalmente, in incontri a porte chiuse, il premier incaricato vede tutti i partiti, sia quelli che ne sostengono la maggioranza sia quelli dell'opposizione.