Salvini cede al taglio dei parlamentari, "ma poi voto subito". Il Movimento 5 Stelle: "Prima la Lega ritiri la sfiducia a Conte". La replica: "Non siamo al mercato". Per Di Maio il leader del Carroccio "si è infilato in un vicolo cieco"
Gasparri: se torniamo in coalizione governiamo per 5 anni
Se si andrà a nuove elezioni politiche, "presentandoci in coalizione avremo l'occasione di poter governare per 5 anni, realizzare il nostro programma, le nostre riforme". Cosi' Maurizio Gasparri (Fi) in un'intervista al Corriere della Sera, in cui mette ben in chiaro che il suo partito non parteciperà mai "a un inguacchio, governicchio, governo di transizione o come lo si voglia chiamare. Mai. Abbiamo già dato" e lo assicura al "3 mila%". Il ruolo di Forza Italia e' quello "di equilibrare le posizioni della coalizione. Poi, certo, le regole europee vanno cambiate, siamo stati i primi a sostenerlo", continua Gasparri e sui rapporti tra Lega e Russia ricorda "Silvio Berlusconi e' l'uomo che ha portato allo stesso tavolo Russia e Usa. Ripeto, Forza Italia è l'elemento di equilibrio e garanzia". Quello che Forza Italia chiede in cambio a Salvini e': "Pari dignità, quella che la Lega ha avuto quando era una forza ben minore rispetto a noi - spiega Gasparri - Oggi la Lega ha numeri prevalenti, di conseguenza ha anche doveri prevalenti. Se non vuole il centrodestra unito, se ne assume la responsabilità".
Bettini (Pd), serve governo politico di legislatura con M5s
L'idea di un governo istituzionale, di transizione, di un governo del presidente, "chiamatelo come volete, e' un tragico errore. E bene ha fatto, con coraggio, Nicola Zingaretti a opporsi con forza". A dirlo è Goffredo Bettini (Pd) in un'intervista al Corriere della Sera richiamata in prima pagina. "Dopo esserci fatti carico di una manovra economica pesantissima, che avrebbe come obiettivo quello di porre rimedio ai guai provocati dal governo gialloverde, torneremmo comunque al voto nel giro di poco", e' convinto Bettini. E aggiunge: "Con la certezza di vedere decuplicato il rischio della deriva plebiscitaria di Salvini". Il suo 'lodo' propone "un governo politico di legislatura", sostenuto da una maggioranza composta da Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. "E' un tentativo difficilissimo ma vale la pena di provarci - spiega Bettini - Salvini non lo contrasti ne' con gli insulti ne' con le polemiche sulla moto d'acqua o sulle sue mutande, ne' tantomeno con un governicchio che gli darebbe l'arma, fasulla ma efficace, di sostenere che stiamo facendo un golpe per evitare il voto democratico". Secondo Bettini, infatti, "soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, puo' consentire al Pd e al M5s di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega". L'identikit del possibile premier di un governo di legislatura Pd-M5s? "Indubbiamente una figura politica, non un tecnico. Di prestigio nazionale e internazionale, certo. Ma di sicuro un politico", risponde Bettini. E se questa impresa non riuscisse: "allora sarebbe meglio tornare al voto il prima possibile".
Zaia: subito a elezioni per un governo con premier forte
"Subito alle elezioni per avere alla volta di novembre un governo con un premier forte. I sondaggi contano quel che contano, la palla e' in mano ai cittadini, ma questa e' una delle poche volte nella storia del Paese in cui si prevede che dalle urne uscirà una maggioranza solida". Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un'intervista al Gazzettino in cui aggiunge che "tra il trascinare un'agonia e avere un premier da qui ai prossimi tre mesi, io indubbiamente sono a favore di fare le elezioni e di farle subito". Se nascesse un esecutivo 5 Stelle-Pd "sarebbe un governo dell'incoerenza, con tutto quello che si sono detti. E per mantenersi le poltrone". Sulla possibilità che la Lega corra da sola o con il centrodestra, poi, "deciderà Salvini, ha una delega in bianco. Leggo che c'è dialogo, ma immagino che le decisioni le prenda nel momento in cui c'e' la certezza di quando si andra' a votare - continua Zaia - E comunque i vecchi schemi destra-sinistra, bianchi-rossi, non funzionano più". Secondo lui, quello che funziona, è "un leader che aggrega attorno a sé su un programma. Salvini l'ha dimostrato prendendo un partito che era al 3% e portandolo al 38%". Chi paventa un rischio dittatura con Salvini, "sono gli stessi che tacevano quando Renzi faceva il 42% in Veneto. Io questo rischio non lo vedo. Se avere il consenso della maggioranza dei cittadini vuol dire dittatura, allora bisogna cambiare le leggi in Italia". Fosse stato per Zaia, il governo sarebbe caduto già sul no all'autonomia "ma c'era sempre la scusa che stavano cercando di trovare la quadra. Certo e' che se si fosse fatta l'autonomia, oggi non saremmo in questa situazione". E sul suo possibile ritorno a Roma, in caso di vittoria della Lega, chiarisce: "Non c'è alcuna riflessione al riguardo, io sono concentrato sui dossier veneti".