Crisi di governo, attesa per la conferenza dei capigruppo al Senato: cosa succede oggi

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Alle 16 la decisione sulla mozione di sfiducia a Conte. Salvini vorrebbe votarla il 14, ma il premier, in una nota ha fatto sapere che mercoledì sarà a Genova per le commemorazioni delle vittime del crollo del Ponte Morandi. AGGIORNAMENTI

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La crisi di governo entra a Palazzo Madama. Oggi alle 16 è convocata al Senato la Capigruppo, primo atto parlamentare dalla presentazione della mozione di sfiducia a Giuseppe Conte firmata dalla Lega. Salvini vorrebbe votarla il 13 o il 14 agosto. Il premier ha già fatto sapere con una nota che giovedì mattina sarà a Genova per rendere omaggio alle vittime del crollo del Ponte Morandi. 

Ecco cosa succede oggi:

In mattinata, i gruppi M5S di camera e Senato si riuniscono a Montecitorio.

Alle 15, invece, sarà il momento del gruppo Pd al Senato.

E’ alle 16 il momento cruciale, con la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama che deciderà sulla calendarizzazione della mozione con cui la Lega toglie la fiducia a Giuseppe Conte e al governo (atto che aprirà formalmente la crisi).

Salvini, invece, riunirà i suoi alle 18.

Scontro sul voto

In attesa dell'appuntamento in Aula, si acuisce lo scontro tra favorevoli e contrari al voto immediato. E tutti, dalla Lega ai 5 stelle, da Fratelli d'Italia al Partito democratico, guardano al Colle e sperano. Luigi Di Maio rilancia la raod map proposta dal Movimento 5 stelle: approvare in via definitiva il taglio dei parlamentari prima di votare la sfiducia a Conte. L'ex alleato Salvini punta alle urne subito e bolla come "inciuci" le alternative. Il Partito democratico si spacca: da una parte Matteo Renzi sostiene che andare alle elezioni dopo l'estate sarebbe una follia, dall'altra il segretario del partito Nicola Zingaretti che lo stoppa. 

Occhi puntati sul Colle

Tutte variabili non indifferenti davanti alle quali è ora impossibile ipotizzare un iter preconfezionato. Iter preconfezionato che comunque Mattarella non vuole apparecchiare: sono ben diversi i tempi rispetto al 2011 quando il suo predecessore, mentre l'Italia era sotto attacco degli speculatori, condusse in porto l'operazione Monti.

Il Presidente della Repubblica seguirà quindi l'evolversi istituzionale della crisi. Attenderà di vedere se Conte si dimetterà o sarà sfiduciato e solo dopo un passaggio di tal genere indirrà le consultazioni. A quel punto tutto dipenderà dalle scelte dei partiti e dai numeri che i loro leader porteranno al Colle.

Molti punti interrogativi

Il governo di scopo a cui lavorano M5s e una parte del Pd avrà i voti necessari? Le dimissioni di Conte saranno irrevocabili? Al momento, quel che si registra è ancora una forte incertezza da parte di diversi protagonisti, troppi i punti interrogativi per avere un quadro chiaro. Dopo la capigruppo di domani si comincerà a diradare un po' di nebbia e solo dopo il dibattito in Senato il Capo dello Stato potrà convocare tutti al Quirinale per chiedere loro cosa intendono fare. Si sa che non sempre le dichiarazioni pubbliche corrispondono a quelle rese nel clima riservato dello Studio alla Vetrata durante le consultazioni e solo una volta ascoltate le 'confessioni' di premier e leader di partito il pallottoliere, che insieme alla Costituzione, guida le scelte del Capo dello Stato, darà il responso su come uscire da una crisi alquanto anomala. 

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