Di Maio, sfogo su Salvini: per ogni provvedimento serve intesa tra me, Conte e quell’altro

Politica

Il sito LaCnews24 pubblica un audio di un incontro a porte chiuse del vicepremier con gli attivisti M5s a Cosenza. Non nomina Salvini ma dice: “Ci dobbiamo sedere a un tavolo con quell'altro là”. Replica il leader della Lega: "Posso non stare simpatico ma ho un nome"

“Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell'altro là e dobbiamo fare un accordo". La frase (con rifermento al non citato Salvini), è riportata dal sito LaCnews24, ed è stata pronunciata dal vicepremier Luigi Di Maio ieri a Cosenza, durante un incontro a porte chiuse con gli attivisti del M5s. Il sito di informazione è riuscito a registrare l’intero intervento di Di Maio, lungo un’ora, nonostante i divieti di cellullari e  telecamere. "A volte dobbiamo subire l'atteggiamento della Lega che è insopportabile”, dice il ministro del Lavoro. “Ma dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all'opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni” (LO SCONTRO SULLA TAV: LA LEGA ATTACCA - IL M5S REPLICA). Non si fa attendere la replica di Salvini: "Quell'altro? Mah... Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo...", è la frase detta dal leader della Lega e riportata da fonti a lui vicine. 

Di Maio: "partito unico" vuole caduta Governo

"Il 'partito unico' non vede l'ora di far cadere il Governo”, prosegue Di Maio nell'audio, “perché a settembre si vota il taglio dei parlamentari. Da un punto di vista mio, che mi sto prendendo i vaffanculo perché sono tacciato di essere quello che fa gli accordi, l'amico di Salvini, a me aiuterebbe pure tanto, resto capo politico. Ma penso ai risultati da ottenere da qui a dicembre: taglio del cuneo fiscale, riduzione canore Rai, acqua pubblica, taglio dei parlamentari" (I DISSIDI SULLA MANOVRA).

Di Maio: novità non calate da alto, facilitatori necessari

I 'facilitatori' del Movimento 5 Stelle "sono necessari perché serve più informazione tra i portavoce e i territori" ed al pari delle altre novità introdotte recentemente "non sono novità calate dall’alto”, ha detto Di Maio secondo quanto riportato da LaCnews24. “Ogni giorno mi arrivano 800 email che parlano di problemi sul territorio. Due terzi sono richieste d’aiuto che non riguardano il governo centrale. La nuova organizzazione del Movimento dovrà mettere al centro il facilitatore regionale che dovrà avere una grande capacità progettuale, per tradurre in iniziative e proposte concrete le istanze che giungono dai territori”.

“Siamo il movimento più verticistico del mondo”

“Sulle comunali abbiamo collezionato sonore sconfitte”, ha ammesso Di Maio, “ora siamo come un albero dalla folta chioma (gli eletti) ma con le radici deboli (i territori). Un albero così può essere spazzato via alla prima burrasca, ecco perché dobbiamo affondare di più le nostre radici. Siamo il movimento più verticistico del mondo. C’è un capo politico, che sono io, che dovrebbe essere onnisciente e onnipresente per fare tutto quello che gli si chiede. Così non può funzionare. Se è successo questo è per una nostra ipocrisia di fondo, quella per la quale non ci siamo dati regole, statuto e un'organizzazione all’altezza”.

Su Siri: "Fermato, provava business con mafia"

Mentre sul caso Siri, Di Maio ha spiegato: "Noi siamo l'unica forza politica che è andata al governo per realizzare il programma elettorale. Ci è andata 33% quindi non può realizzare tutto ma sempre meglio che realizzare zero e avere al governo quelli che, per esempio, il mio ministero ha fermato e nessuno ha detto niente quando stavano con Siri provando sull'eolico a fare business con la mafia".

Tensione sull'autonomia, Di Maio: "Si fa se non danneggia Sud"

Intanto, lo scontro all’interno della maggioranza si consuma su più fronti, soprattutto su quello dell’autonomia. “Si fa se non danneggia le regioni del Sud”, dice Di Maio. E auspica che le Camere possano fare modifiche. "Non capisco di quale nuovo testo sulle autonomie parli il capo del M5S e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l'occasione di discutere l'idea di questo osservatorio di cui io sento parlare oggi per la prima volta", la replica ministro leghista Erika Stefani. "Non comprendo l'appunto mosso a Luigi Di Maio dalla collega Stefani, forse è stata fatta confusione: non mi pare infatti che nessuno abbia parlato di nuovo testo, bensì un approfondimento e una revisione avviata dal governo nei tavoli svolti negli ultimi giorni", ha però spiegato a sua volta il ministro per il Sud Barbara Lezzi. Mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, incalza: “A Di Maio rispondo così, sono i suoi no che danneggiano il Sud”.

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