Lettera dell'Onu contro il Dl sicurezza bis, Salvini: "Fa ridere, è da scherzi a parte"

Politica

Il Viminale risponde alla Nazioni Unite che parlano di "potenziali violazioni dei diritti umani" dei migranti: "Pensino al Venezuela anziché fare campagna elettorale". Di Maio: "Critica preventiva". Il titolare del Viminale: "Non vedo l'ora di approvare il decreto"

"Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all'Italia, a Salvini, per il decreto sicurezza, fa ridere, è da scherzi a parte". È questa la dura risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini alla lettera con cui l'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite denuncia il decreto sicurezza bis perché “potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti”. Sulla stessa linea Luigi Di Maio: "Stanno parlando di un provvedimento che non solo non è stato approvato, ma nemmeno discusso. Io ancora devo leggerlo. Siamo alla critica preventiva", dice definendo “surreale” la scelta dell’Onu di commentare il decreto in questa fase. E dal Viminale sottolineano: "Resta confermato l'auspicio di vedere approvato il decreto sicurezza bis nel Cdm di lunedì, ritenendolo necessario, urgente e tecnicamente ineccepibile". In serata Salvini torna sul tema e rilancia : "Non vedo l'ora di approvare un decreto che combatte camorristi, scafisti e teppisti, spero nessuno voglia perdere altro tempo".

Viminale: “Onu pensi al Venezuela”

In giornata fonti del Viminale hanno replicato alla lettera: "L'autorevole Onu dedichi le energie all'emergenza umanitaria in Venezuela, anziché fare campagna elettorale in Italia". Il Viminale, affermano le fonti, “non ha sottovalutato la lettera dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani dell'Onu, soprattutto alla luce della competenza e dell'autorevolezza delle Nazioni Unite in materia. Autorevolezza testimoniata da alcuni Paesi membri come Turchia e Corea del Nord", dicono dal ministero di Matteo Salvini, respingendo così al mittente le accuse di violazione dei diritti umani. Inoltre, aggiungono le fonti, "è singolare che l'Alto Commissariato non si fosse mai accorto che la multa per chi favorisce l'ingresso non autorizzato di immigrati fosse già presente da tempo nell'ordinamento italiano (articolo 12 del Testo unico sull'immigrazione)". E il decreto sicurezza bis "aggiorna la norma". Una "svista", dicono al Viminale, che il ministero avrebbe "segnalato riservatamente agli autori della lettera, se solo l'Alto Commissariato l'avesse inviata prima al Viminale e poi, eventualmente, ai media e non viceversa".

La lettera dell’Onu

La lettera in questione è stata inviata il 15 maggio all'ambasciatore presso l'Onu a Ginevra, Gian Lorenzo Cornado, con la preghiera di trasmetterla al ministro degli Esteri italiano. La missiva, lunga 12 pagine, chiede di ritirare le direttive sui migranti emesse dal Viminale a partire da marzo scorso, che vanno ad incidere "seriamente" sui diritti umani, rappresentano un "altro tentativo politico di criminalizzare le operazioni di ricerca e salvataggio" delle Ong, "intensificano ulteriormente il clima di ostilità e xenofobia" nei confronti dei migranti. E chiede di "fermare la procedura" che potrebbe portare all'approvazione del decreto sicurezza bis. In particolare sono le ultime due direttive ad essere richiamate: quella del 15 aprile con al centro la Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Human, e quella del 15 maggio emanata subito dopo il salvataggio effettuato da Sea Watch 3 al largo della Libia di 65 migranti. Entrambe fanno riferimento alla prima emessa dal ministero, il 18 marzo e richiamata anch'essa nel documento dell'Onu: chi soccorre "migranti irregolari" in acque non di responsabilità italiana, senza che Roma abbia coordinato l'intervento e poi entra in acque territoriali italiane, dice quel provvedimento, lede "il buon ordine e la sicurezza dello Stato". "Siamo profondamente preoccupati per l'approccio adottato dal ministro dell'interno attraverso queste direttive" conclude l'Onu nella lettera. Il tutto, mentre la nave Sea Watch ha violato il divieto del ministro dell'Interno Salvini di oltrepassare il limite delle acque territoriali e si è fermata in rada a poche centinaia di metri da Lampedusa, chiedendo di poter entrare in porto per "ragioni umanitarie".

Lo scontro su autonomia e alleanze

Il Consiglio dei Ministri atteso per domani - anche se una convocazione non c’è ancora stata e i tecnici continuano a lavorare in pre-consiglio per limare i testi – è al centro della discordia anche per altri argomenti, oltre al dossier immigrazione. Il fulcro dello scontro sembra essere ora l'autonomia per Lombardia e Veneto e il decreto famiglia: il primo bandiera della Lega, il secondo del Movimento 5 Stelle. Per Di Maio la fretta dell'alleato sull'autonomia è quanto meno sospetta: "Mi sembra un po' strano che tutti questi provvedimenti debbano essere portati in consiglio dei ministri prima del 26 maggio", giorno del voto europeo, "mi sembra un modo per nascondere gli scandali che hanno coinvolto anche la Lega in questo periodo e che sono scandali di corruzione". E, sempre sulle elezioni europee, Di Maio torna sulle alleanze della Lega con i sovranisti europei accusati di voler fare dell'Italia "il campo profughi dell'Europa".  

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