Impasse sull'affido condiviso, ddl Pillon rinviato a maggio. Di Maio: "Va riscritto"

Politica

“Rischia seriamente di minare l'equilibrio e la stabilità quotidiana dei figli”, scrive il vicepremier su Facebook. Intanto, la discussione generale sul disegno di legge è stata riaggiornata al 7 maggio

I tempi lunghi previsti al Senato per il disegno di legge sull'affido condiviso si fanno, sicuramente, più lunghi dopo la decisione di rinviare la discussione al 7 maggio. Cresce l'impasse nella maggioranza e parallelamente le distanze dei 5 Stelle dal testo si fanno più nette. "Il  ddl Pillon va riscritto", sentenzia il leader del Movimento Luigi Di Maio che chiude al testo proposto dal leghista Simone Pillon ("troppo rigido" in alcuni punti) e apre a uno nuovo e condiviso. Da qui la proposta su Facebook: "Sediamoci al tavolo e riscriviamo la legge", anche con le opposizioni.

L’iter del ddl

Un appello che il Pd non raccoglie, fermo sulla richiesta del ritiro. Non si agita la Lega che ridimensiona il rinvio come una scelta di calendario, e non politica, e confida nel nuovo testo. In attesa, il relatore Pillon chiede solo di non chiamarlo più col suo cognome ma "ddl 735" dal numero del suo provvedimento, che è stato sottoscritto da cinque senatori 5S ed e' uno dei quattro testi all'esame della commissione Giustizia di Palazzo Madama (gli altri di Forza Italia e Fratelli d'Italia).

Rinvio al 7 maggio

Per il ddl che riforma l'affido dei figli di genitori separati introducendo tra l'altro tempi paritetici, la mediazione familiare obbligatoria e il mantenimento diretto, la discussione si arena al secondo giorno. In mattinata l'ufficio di presidenza della commissione aggiorna il calendario e fa i conti con assenze (domani non c'e' il relatore), feste pasquali, ponti e sedute dell'Aula. Cosi' si arriva dritti al 7 maggio.

Per il Pd il rinvio è una vittoria, "un primo risultato per spostare in avanti e allontanare l'arrivo in Aula di questo scellerato provvedimento", spiega il capogruppo Dem al Senato Andrea Marcucci. Per Monica Cirinnà "ha vinto la linea dura del Pd insieme ai movimenti delle donne che sono scesi in piazza", ma la senatrice non dimentica: "Non sono state ritirate le firme dei 5s al provvedimento". Non a caso la discussione riprende nel pomeriggio e resta in piedi la 'maratona' di protesta dei Dem,  con tutti i 52 senatori iscritti a parlare. Nel dibattito interviene poi il vicepresidente della commissione Mattia Crucioli dei 5S che si schiera e ammette: "Molte delle critiche che sono state fatte, trovano in me e nel Movimento 5 stelle sponde valide". Poi ribadisce: "il testo va rivisto" e  "fin dall'inizio sapevamo che sarebbe stato l'avvio di un percorso che avrebbe portato a modifiche profonde". Le chiede lo stesso Di Maio, convinto che "se si sbaglia sui figli, poi tornare indietro e' difficile". Intanto Crucioli, come il vicepremier 5S, estende l'invito alla "riscrittura" del provvedimento anche alle opposizioni. Il Pd pero' e' sordo da quell'orecchio e in coro replica chiedendo di azzerare il Pillon e ai senatori M5S di ritirare le firme. Dubbi anche in Forza Italia: "E' un provvedimento dannoso - denuncia Mara Carfagna - Si sfrutti il rinvio della discussione per fare in modo che non arrivi mai nelle aule parlamentari". 

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