Voto di scambio, sì della Camera alla nuova legge: ora torna al Senato. Cosa prevede

Politica

280 i voti favorevoli al provvedimento modifica l'articolo 416 ter del codice penale e punisce con la reclusione da 10 a 15 anni (stessa pena prevista per l'associazione mafiosa) l'accettazione, diretta o a mezzo di intermediari, della promessa del sostegno elettorale

Via libera dell'Aula della Camera alla proposta di legge sul voto di scambio politico-mafioso, che modifica l'articolo 416 ter del codice penale. La nuova formulazione della norma punisce con la reclusione da 10 a 15 anni (stessa pena prevista per l'associazione mafiosa dall'art. 416-bis, primo comma, del codice penale) l'accettazione, diretta o a mezzo di intermediari, della promessa del sostegno elettorale.

Voto di scambio

Il provvedimento proposto dal senatore M5s Mario Giarrusso e approvato a Palazzo Madama il 24 ottobre scorso, ha avuto 280 voti favorevoli, 135 contrari, 10 astensioni. Tornerà al Senato per la terza lettura. A votazione conclusa, i deputati della maggioranza hanno applaudito in Aula. A votare a favore sono stati M5s-Lega e Fratelli d'Italia. Contrari Pd, Forza Italia e il gruppo misto Noi con l’Italia, mentre Leu si è astenuto. La proposta di legge, targata 5 stelle, è composta di un solo articolo. Ecco cosa prevede:

Fino a 15 anni di carcere

"Chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alle associazioni di cui all'articolo 416-bis, o mediante le modalità di cui al terzo comma dell'art. 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell'articolo 416-bis". Si estende inoltre la punibilità ai casi in cui la condotta incriminata sia stata realizzata mediante il ricorso ad intermediari. La stessa pena, da 10 a 15 anni di carcere, si applica a chi promette di procurare voti.

L'aggravante

Viene poi aggiunta "un'aggravante speciale": se il politico si è messo d'accordo con il mafioso per ottenere voti e viene effettivamente eletto, la pena dei 10-15 anni previsti viene aumentata della metà. Questo perché "parliamo di una persona riconoscente alla mafia e per noi è un pericolo pubblico", ha spiegato il capogruppo del M5s alla Camera, Francesco D'Uva, nella sua dichiarazione di voto. Infine, in caso di condanna, è prevista sempre l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

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